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 Il modellismo non è il pane quotidiano.

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Sven Hassel

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MessaggioTitolo: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyGio 5 Mar 2015 - 14:40

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.... la premessa che vuole richiamare l'attenzione dei foreman, user o frequentatori a carico del sito di LavelliG e sul quale sono responsabile (abile nel rispondere) entro limiti delle mie possibilità, pregherei i visitatori di NON fissare il circuito delle visite giornaliere "unicamente" sull'ultima postata, trascurando così altri interesanti thread aperti, detto questo INFORMO (non è un urlo ma un richiamo d'attenzione) che la sezione Forum Discussione, essendo la più seguita, è anche la sede dove ognuno può dire quel che crede. Sede dove in un sito modellistico, non è di esclusivo uso oggettivo, ma si riserva di trattare (entro i limiti del regolamento d'iscrizione) altri temi socialmente utili per la partecipazione sul Web che per taluni user scambiano per arene su cui scatenare risse solanto per mettersi in cattiva luce. Oggi scrivendo a una persona di buon senso, dicevo che non possiamo uscire armati, se non usando la parola come difesa ... la sola condizione per capire il nostro prossimo, ormai allo sbaraglio sociale, è la conoscenza. Conoscere chi abbiamo di fronte ci permette di capirlo e di evitarlo se dannoso, di ascoltarlo e di accetarlo come "insegnante" perchè ognuno di noi ha sempre da imparare da un altro. Senza dimenticare che siamo la razza che impara dai propri errori.

.si dice che perseverare nell'errore è diabolico.

Uno dei tanto miei difetti è di "perseverare" sulla ricerca della verità. Un progetto folle che mi ha dato immense soddisfazioni.

Il Giornale di Sven "che a me non interessa poi tanto" darà lettura di testi riguardanti le caratteristiche caratteriali umane, vale a dire, che possono permettere la rapida identificazione su coloro che incontriamo virtualmente o personalmente, attraverso la comunicazione "computerizzata giornaliera". Testi di ricerche personali, semplici da capire per chiunque ci mette del suo, utili se interessano e da ignorare da chi ne sanno di più in materia umana.

Recentemente, con oltre seicento visite (controllabili da chiunque) una diatriba iniziata per una semplice malcomprensione, ha raccolto il solito interesse inaspettato "purtroppo, le risse sono seguite più delle pacifiche relazioni" sul quale, secondo me si deve intervenire, semplicemente mettendo in chiaro le cause scatenanti che portano dei personaggi in azioni verbali indegne da leggere senza accorgersi di dare una pessima immagine di loro stessi.

.vedersi, senza l'aiuto di altri, non è possibile, e poichè l'uomo sa ingannarsi da solo, anche di fronte alla sua immagine nello specchio ........ solo nei nostri simili troviamo quel che cerchiamo.

Il Giornale di Sven, inizia la campagna d'informazione con una "caratteristica caratteriale" ben nota per alcuni e completamente sconosciuta per altri.





Il “manipolatore”     11 – giugno – 2006.


... seguono altri modelli di comportamenti da osservare nel sociale molto interessanti quanto utili sull'identificazione di personaggi facili da incontrare e da temere, uno di questi è il "manipolatore".

La caratteristica del "manipolatore" è molto evidente.
Il personaggio si mette in vista soprattutto per doti eccelse sul saper fare in una sua personale ottica dove s'impone attirando le attenzioni di altri al solo fine di rendere queste necessità una forma di dipendenza. La sottile astuzia lo veste di perbenismo strisciante difficile da identificare in quanto si concede facendosi desiderare, difficile da accostare e nello stesso tempo culla le sue vittime blandendone le virtù, sa già a come farsele amiche se nonche vittime dei suoi calcolati favori. Avaro nelle concessioni regala, però in cerca di una corona di re, è un gallo incapace di dividere il pollaio con altri galletti.

Trama e dispensa indicazioni negative se non giudizi netti verso dei possibili antagonisti che ne potrebbero inficiare la sua cerchia, spazio che difende senza attacchi diretti perchè ne verrebbe a galla la sua doppia personalità e scoprire un tipo del genere significa tagliare i ponti e questo lui lo sa benissimo per i continui allontanamenti sofferti nel passato.

Il "manipolatore" è un bambino non cresciuto, respinto in qualche modo da uno dei genitori ha incominciato a falsificare i rapporti per ingraziarsi altre persone più grandi di lui e visti i successi li ha continuati nei rapporti scolastici usando il "calcolo dell'alleato" che sarebbe l'ingraziarsi certi compagni più deboli di lui in posizioni di maggior favore (e qui si vedono le astuzie) messe in campo. Questo tipo punta sul più forte come posizione dominante, sia per la sua sopravvivenza nell’ambito del un sociale, per esempio su di un sito cerca gli amministratori e sul forum sceglie con cura un personaggio vulnerabile SEMPRE abbondantemente sotto le sue capacità accostandosi per dare consigli e blandi aiutini preparando il terreno per ampie circonvenzioni. Da dire che l'elemento insospettabile ne fa un tipo dal doppio gioco ben nascosto tanto che le vittime lo eleggono come loro indispensabile referente ... ed è questo il vertice che intende raggiungere e da tenere come occupazione propria, l'accentrazione desiderata lo rileva come un cardine indispensabile tale che qualche idiota lo chiama "genio" preso come la mosca nella tela del ragno.

La nostra formazione caratteriale inizia fin dalla tenera età dove ogni piccolo bambino sa che deve crescere in fretta e difendersi in un ambiente ostile (il suo innato senso di sopravvivenza lo avvisa ad ogni ostacolo incontrato) e non importa quale dei due genitori gli sia avverso o a favore, la scelta va sempre sul più debole per accattivarsene i favori e da questi giochi (distinzioni e differenziazioni) ne esalta i successi ricevendo attenzioni che ricambia alterandone i contenuti. Le bugie sono tra le scoperte che un bambino deve attraversare come forma di crescita indispensabile per poter capire l'ambiente in cui vive ed agisce. La bugia gli rivela una dimensione di fantasia dove può inventare altri mondi molto facili come proprietà creativa e dove la distorsione diventa reale altrettanto come la realtà oggettiva (chi è in grado di distinguere un sogno dalla realtà se non a sogno terminato?).
Un bambino sano abbandona le bugie attorno ai dieci/12 anni, un adulto bugiardo nonostante possa essere diventato un capitano d'industria, è rimasto in una parte di sè un bambino immaturo. La psicologia permette l'identificazione di questi soggetti vaganti con la possibilità di scoprirne uno attorno a noi. Capire con chi abbiamo a che fare disarma le negative intenzioni e portano i "manipolatori" a starsene in disparte, a questi non piace essere messi all'indice, odiano essere additati o peggio contrastati in un pubblico confronto. Perchè una persona dalle ottime caratteristiche, con una fama di tutto rispetto, dovrebbe temere un semplice confronto?

La risposta è semplice, hanno tanto da nascondere. Come prima cosa, hanno paura di loro stessi ben conoscendosi.

Qui inizia il loro lato peggiore, quello del "manipolatore" che cerca alleanze tra i suoi diretti estimatori e lo fa recitando il ruolo della vittima attaccata ingiustamente, lamentando gli sforzi fatti solo per compiacere a beneficio di altri "mentre, ogni pedina l'ha mossa a suo solo favore" da scaltro calcolatore tutt'altro che generoso di carattere. Un manipolatore cerca il massimo di quello concesso, spreme le vittime a cuor contento ed è in grado di associarsi con personalità deboli con tale autorità da renderle succube ai suoi voleri (un bambino sottomesso crescendo sottometterà altri bambini e non appena scopre un adulto immaturo si diverte umiliandolo) la vittima obbedisce al carnefice con disinvoltura difendendone addirittura l'operato. Chi si sente fregato nasconde la fregatura reagendo che sono fatti suoi oppure, difendendo il fedifrago, è un fatto assodato. In questa meccanica, il manipolatore aizza o erige la sua difesa stando nascosto sull'eventuale contesa, sa di avere dalla sua parte forti difensori eletti come portavoce standosene ai margini per condurre la sua battaglia" già, perchè la vita di questi tipi è una battaglia persa che li spinge a lotte continue di sopravvivenza.

Se abbiamo tra i foreman un manipolatore? Finche nessuno lo cerca per aiuti difficilmente si scoprirà da solo. E tanto meno lo farà lasciando tracce pubbliche, da discreto condurrà trattative sotterranee elargendo i suoi favori (che sono di notevoli fatture altrimenti come potrebbe rendersi indispensabile) in un cortese rapporto di falsa correttezza e striscianti cortesie. Naturalmente gli accordi per scambi equi rientrano nella natura odierna giornaliera e non insorgono problemi, con o tra persone disinteressate, e capaci di mettere le loro abilità a disposizione di altri individui che ne cercano aiuti, la differenziazione tra i manipolatori e coloro che intenzionalmente creano la condizione di scambio è netta fin dal principio per una proprietà d'onestà molto visibile ed evidente.
Tra il veritiero ed il menzoniero esiste un abisso visibile dalle personalità evolute e forti ... invisibile dai deboli pronti a cedere al primo alito di vento a loro favore.

... la carrellata sulle mille sfaccettature umane continua ........................  :col:  :green:

Il Giornale ringrazia.



Per ragioni di sintesi, ho parecchio ristretto le caratteristiche d'indagine. Chi desidera chiarire dei punti d'interesse, li otterrà.

.il modellismo non è il pane quotidiano.

Ci vuole ben altro per la testa.

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Ultima modifica di Sven Hassel il Gio 19 Mar 2015 - 9:20 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyVen 6 Mar 2015 - 17:40

Il sociopatico.


Caratteristiche che lo contraddistinguono;

Il comune sociopatico è caratterizzato soprattutto dalla mancanza di coscienza; l’alienato dalla sua incapacità ad amare o essere amato; l’aggressivo da una costante vena sadica, e il dissociale dalla capacità di conformarsi alle regole di una gang, a patto che siano sbagliate.


Alcuni tratti comuni del sociopatico includono:

*Egocentrismo
*Insensibilità
*Impulsività
*Carenza di coscienza
*Sessualità esagerata**
*Vanagloria eccessiva
*Assunzione di rischi
*Incapacità di resistere alle tentazioni
*Antagonismo
*Attitudine di deprecazione nei confronti del sesso opposto
*Carenza di interesse a legarsi a un compagno

Troppo spesso, specie da qualche anno a questa parte, si assiste a comportamenti fuori controllo da parte di una larga cerchia d’utenza InterDET tali da destare non solo la curiosità, ma da stupire come un individuo forte da una posizione virtuale dimentichi d’essere soggetto come persona fisica con obblighi d’educazione e moralità, a meno di non rientrare nel dissesto mentale che sta opprimendo la stragrande presenza che naviga sui siti. Il bullismo in rete disturba non poco l’utenza che si collega anche per sola curiosità incontrando interessi come informazioni e rimane sconcertata nell’assistere in scontri puerili e senza senso scatenati da maree di  autentiche sciocchezze o peggio da una parte curiosamente in preda alle facili aggressioni verbali.
La scaletta citata sopra aiuta nell’identificazione di soggetti in grado di manifestare pubblicamente anche una sola parte fisiologica utile per scoprire con chi si sta avendo a che fare in un forum dove per dei principi inalienabili ognuno “anche un folle” può dire la sua ragione e nessuno “a meno di non scendere al suo livello” può impedire la parola o peggio farne polemica reattiva. Chi non riconosce un folle o un mentecatto da starne alla larga vuol dire che sano di mente non è.
Nessun sociopatico si riconosce nell’egocentrismo, come non sa trattenere l’ostilità e l’antagonismo. Da impulsivo prima reagisce e solo più tardi riconosce l’errore, già, il sociopatico soffre di “costanza d’errore” e poiché la sua esistenza è dovuta alla non accettazione di una parte di se stesso o più parti mancanti per mascherare il suo fallimento, si pone sempre in primi piani d’attenzione (egoico/maniaco) cerca di riconoscersi in altri modelli di successo senza capire che non supera la brutta copia. L’individuo di successo non ha nessuna necessità di assomigliare a nessuno, non sa neppure di godere di meriti invidiati, procede sicuro nelle sue azioni e questa sicurezza provoca nel sociopatico la rabbia sorda di reagire. Il sociopatico e un incerto cronico maniacalmente versato a contrastare qualsiasi affermazione di certezza. E’ un insicuro patologico con alti e bassi paurosi, e naturalmente si scaglia sulle sicurezze altrui (respinge ossessivamente proprio quanto sa di essere privato) come si riconosce un immaturo, anche se sfoggia e distribuisce saccenza derivata esclusivamente dal sentito dire. Non legge e studia solo se ne è costretto ma lo fa con gran fatica, il suo sistema analitico è molto ridotto, come le attività fisiche lavorative che perlopiù sono stanziate nell’immobilismo.
Nell’ambito modellistico incontrare chi non ha il bottone facile sull’esibizionismo è molto difficile, chi pratica un’attività tende comunque a mostrare i risultati e chi lo ostenta esagerando senza accorgersi, rientra perfettamente nella categoria dove la soddisfazione dell’ego prevarica ogni altra dimensione di controllo.

 
1) incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte anche suscettibili di arresto.

2) disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, manipolare e truffare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale.


3) impulsività o incapacità di pianificare.


4) irritabilità e aggressività, come indicato da scontri verbali aggressivi o assalti fisici ripetuti.


5) inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri.


6) irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere un'attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari.


7) mancanza di rimorso, come indicato dall'essere indifferente o dal razionalizzare dopo avere danneggiato, maltrattato o derubato un altro, rimuove costantemente episodi insostenibili e finge dimenticanze che lo tormentano destabilizzando il suo limitato e precario equilibrio.


Il punto 1) denuncia chi pur occupando (da egoico) una carica pubblica non ne osserva le regole elementari perché il suo stato vicino all’onnipotenza, gli impedisce la funzione come responsabile. Non lo è di se stesso e non può essere per altri.

Il punto 2) la rabbia repressa, l’ostilità e l’opportunismo sono le meccaniche d’uso continuato sulla falsificazione di eventi e affermazioni altrui, non può sopportare niente che non sia suo. Nel campo modellistico nonostante si sforzi ottenendo sporadici risultati è incapace di condivisioni apertamente sincere. Si rode consumando non appena identifica il minimo difetto si vendica, gode nel ferire il prossimo rendendo la sua immagine antipatica.

Il punto 3)  mostra la carenza d’analisi, vale a dire l’impotenza sul calcolo, non differenzia e neppure distingue se non con grande sforzo, quindi ha un ritardo di risposta notevole. Entra in problemi o discussioni senza gli elementi completi.

Il punto 4) ecco il tallone d’Achille che lo scopre mettendo allo scoperto la personalità sociopatica. L’individuo non sa contenere la reazione di fronte all’azione altrui, funziona a sua insaputa come una corda pizzicata, è un reattivo del tipo stimolo / risposta, azione / reazione. Una macchinetta fuori controllo, un individuo mentalmente disturbato.

Il punto 5)  il quadro esistenziale può essere fortemente compromesso da una lunga serie di incidenti più o meno gravi sia di natura fisica come psicologica, sforzi metabolici o assunzione di droghe, anestesie o alcol sono notoriamente presenti in soggetti particolarmente coinvolti in gravi situazioni dove l’assenza di calcolo diventa fatale specie alla guida di un veicolo come in una discussione. Il sistema reattivo è incapace totalmente di calcolare quello che sta succedendo in quel frangente. I ritardi di risposte tagliano i pronti interventi.

Il punto 6)  responsabilità “leggi; abilità di risposta”. Non è in grado neppure sulle normali operazioni d’obblighi sociali, bollette o scadenze assicurative, impegni che rimanda, appuntamenti mancati.  Usa sfruttando altre personalità soggiogate (individui) fingendo impotenze (leggi; incapacità) con opportunismo studiato.

Il punto 7)  il super ego spropositato lo distoglie da qualsiasi tipo di emozione com’è privo di qualsiasi principio morale, quindi in grado di appropriazioni indebite, truffe, irriverenze gravi, minacce, questa ultima condizione è la soglia di aree di malesseri rimossi però in perenne sospensione, dove assorbono enormi quantità di energie tali da spossare il portatore in alti e bassi con picchi di eccessi di sforzi seguiti da lentissimi recuperi sempre più difficili da operare. E' fondamentalmente bugiardo.

Capita spesso di seguire in una discussione taluni aspetti decisamente sproporzionati e fuori controllo a debito di user abitualmente riconoscibili per caratteristiche antipatiche da lasciare a se stessi per prudenza, questi individui dove per effetto domino spadroneggiano nel sociale credendo di portare con la loro presenza un ricambio generazionale d’avanguardia dissacrando i valori elementari sull’educazione, stanno diventando la branca d’emarginazione con la pretesa formale di sostituire le vecchie guardie impegnate nel dare a coloro che verranno un’immagine comportamentale, modellistica o d’altro genere, scevra da correnti di pensiero contaminati da elementi molto disturbati psicologicamente.

Il Giornale di Sven, non è un organo riconosciuto e nemmeno un diktat da prendere alla lettera, è solo una fonte d’informazione spicciola in grado di elencare e spiegare ombre e dubbi che una certa utenza si trova a confrontare sul sociale pubblico. Chi non ne condivide i testi può ignorarlo completamente, ognuno compra le letture che vuole e nessuno è tenuto a commentarne i contenuti. Con 70.000 visite in 4 anni con un record di (13.000 visite” in 5 mesi dov’è pubblicato porta delle attenzioni mirate in siti “anche e specialmente” con numeri d’iscritti minimi assicurando il costante interesse giornaliero indipendentemente dalle specialistiche dei siti stessi. La mia vetrina personale ha contato i picchi giornalieri fino a oltre 260 visite, con mia grande sorpresa.
Si dice che l’informazione da fastidio per chi si riconosce in difetto e gratifica chi si apprezza come protagonista. Ho fatto la scelta di non sedermi tra il pubblico perché stanco d’ascoltare ciarlatani su palcoscenici d’infimi spettacoli umani, decidendo di dire la mia opinione del tutto personale e di prendermi delle responsabilità finchè resto sul posto, e nessuno ha l’obbligo di rispondere.
Chiunque, se vuole dire il suo pensiero, non ha che aprire un proprio Giornale e di mettersi in gioco (con la sua faccia) in un campo dove, l’imperversare del malessere sociale opprime e disgusta l’individuo ancora in grado di sostenere moralmente delle verità e principi, che non possono essere spazzati via dal bullismo isterico dilagante come effetto domino.

Riconosco a chiunque il diritto di vestire i panni che indossa, anche i peggiori che lo distinguono da altri.

Il Giornale ringrazia.

*Sessualità esagerata**. In certuni casi si trasforma con l’impotenza verso l’altro sesso.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyLun 9 Mar 2015 - 12:47

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.... quante sono le vittime della paura? Una semplice parola "malcompresa" può inibire una persona per tutta la vita?



La paura ……


… è semplicemente un sistema d’allarme, un avvisatore di pericolo più o meno immediato o prossimo.

La macchina umana nelle sue complesse azioni è stata fornita di un sistema che previene danni leggeri o pesanti che la potessero invalidare, una dovuta e naturale protezione comune in ogni aspetto vivente, sia vegetale che animale. Gli animali usano per istinto l’avviso di ritirarsi di fronte a pericoli anche distanti. Si racconta di latrati di cani ore prima di un terremoto e di stormi d’uccelli che migrano, i loro sensi sono stati in grado di prevenire anche di giorni le catastrofi.

Un cane si mostra prudente di fronte al gatto e questo ne approfitta per attaccarlo con una zampata, il cane reagisce con il gatto in fuga, risultato, entrambi hanno usato la paura ovvero hanno usato il sistema d’allarme a disposizione.
Un colpo di clacson avvisa il pedone, il trillo del campanello informa di una visita, l’attraversamento stradale si fa sulle strisce pedonali, senza i mezzi d’informazione si rischia l’investimento, di trovare in casa qualcuno non invitato e di finire sotto un’auto. L’uomo deve percepire il pericolo e lo sente attraverso la paura, il timore di subire un danno.

L’uomo singolo come l’intera umanità, educata nella paura ereditata secolarmente in ogni parte del mondo esorcizza la paura attraverso la conoscenza di se stesso usando il suo organismo pilota in molti modi per sopravvivere, il più comune è la passività, l’accettazione del pericolo imminente vivendo nella fatalità della paura come compagna di vita. Una parte lotta per sconfiggere la paura semplicemente andando incontro a quanto non conosce, solo la conoscenza di un fenomeno, il suo attraversamento, ne rivela il contenuto e scoprire la paura come un’amica preziosa cambia non di poco il modo di vita.

Accettata la paura come sistema d’allarme si controlla il proprio corpo “body macchinario” meglio di prima e questo nuovo controllo rende il corpo libero da stress d’angoscia che precipitano l’individuo in livelli esistenziali pericolosi (vedere la scala del tono individuale) dove la somma di paure diventa terrore puro.

Subire la paura per lunghi anni vuol dire sottoporsi a stati di allucinazioni sonore e visive, si ascoltano suoni e rumori inesistenti scaturiti da un immaginario disturbato, si percepisce l’invasione d’ambiente violata da presenze inesistenti ma da ritenere reali dopo stress da panico. La mente interviene “dando soddisfazione al portatore di panico” la panacea sotto forma d’illusione sonora o anche ottica, di ascoltare e vedere effettivamente quanto teme … mai dimenticare la mente idiota che in aiuto ti distrugge.

L’analisi dei fatti lo conduce con successo la parte analitica dell’uomo sano, del conoscitore che sa differenziare e distinguere quanto incontra sul cammino, l’idiozia incomincia sempre dalla mancanza di dati esatti trasformati in approssimazioni diventate assurdità aberranti per uso comune.
L’identificazione di un’aberrazione associata nel sociale comune (drogarsi o bere per vizio fin da giovanissimi) è l’accettazione di un modello aberrato diffusissimo e dato per scontato solo da masse posizionate molto in basso sulla scala del tono individuale. Uno di questi livelli è l’incapacità di controllare il sesso. Queste masse tentano di sopravvivere solo dopo essere state sconfitte dalla paura.
Nelle scuole l’incapacità di studio cerca aiuto in un pizzico di cocaina, nelle discoteche l’agorafobia si sconfigge con le pasticche d’estasi, suggerimenti dati dalla parte idiota (reattiva) nascosta e sconosciuta dell’individuo comune privo di un minimo di conoscenza di se stesso. Sul rifiuto sessuale si ricorre alla rinuncia con alibi assurdi, comunemente assunti come giustificazioni in merito all’incapacità di capire il sesso come sopravvivenza (di piacere) e non da castigare come osceno peccato, peggio se rapportato con l’altra specie umana dove tra maschio e femmina è l’incontro naturale per procreare la specie.

La somma di molteplici paure sconfinano nel tempo in angosce, stress e traumi ossessivi dove l’incapacità di stare di fronte sfociano in assurdi comportamenti che ne alterano la personalità già labile del portatore … la paura del sesso con il rifiuto della sessualità si nota nell’eccesso visibile di sensualità sia femminili che maschili al limite degli assurdi, belle donne si trastullano occasionali compagni solo per apparire attratte da loro, mentre, usano il maschio per nascondere una condizione fin troppo evidente. Lo stesso Gay è per scelta attratto dai suoi simili senza disdegnare la parte femminile, anzi la componente donna è risaltata alle volte in maniera persino esagerata dove se repressa, e castigata invalida, il soggetto rendendolo sterile, ambiguo e diffidente sul rapporto di coppia. Cosa c’entra la paura con il sesso? Allora cosa c’entra la paura sulle decisioni?
La paura è un potente inibitore capace di trasformare l’allarme in “congelamento o cristallizzazione” di azioni visibili.
La prova “d’amore” tanto diffusa nel passato era consigliata dalla chiesa dietro richiesta di uno dei due innamorati, in un periodo molto castigato sui costumi sessuali, se era concessa si scopriva la donna disinibita ed in grado di procreare. Al contrario si consigliava l'uomo verso un'altra scelta. La chiesa stessa dovette agire nel prendere diretti provvedimenti in casi di calamità come lunghe carestie, pestilenze che decimarono l’umanità e tolsero ai sopravvissuti l’entusiasmo sessuale “il sesso è piacere” e non dispiacevole come rifiuto.

Sigmund Froid sostenne a spada tratta che ogni problema individuale era da attribuire alla cattiva assunzione sessuale, la distorsione ereditata o subita dal paziente si ripercuoteva nella sua vita. Solo attraverso lo studio della “sua psicologia” chi si applicano profondamente nelle analisi scoprono che il padre fondatore della psicologia moderna, tra l’altro ripresa dagli antichi studiosi (specie greci) ha un fondato e basico aspetto preponderante.
Senza uscite dall’argomento “paura” i vari esempi fin qui seguiti possono bastare per impensierire più di un soggetto (impaurito al punto di congelamento) sull’attività sessuale.

La somma delle paure ha generato un autentico terrore in ogni direzione impedita, invalidata dallo stesso causatore, che ne sopporta ormai rassegnato il peso sulla sua individuale sopravvivenza.

Per terminare l’argomento terreno esistenziale, aggiungo che (invalidati si nasce per eredità genetica) e anche come anima trapassata e riapparsa come fotocopia per un’eventuale esperienza identica alle precedenti.

Lo ricordo, perché molti credono, sbagliando, che quanto dovrebbero fare per se stessi riguarda il presente senza ripercussioni né sul futuro e tanto meno sull’immortalità dell’energia spirituale. Il che si smentisce con la soluzione di un problema che una volta risolto, si dissolve nel nulla. Soltanto i problemi in sospensione sono masse e particelle dannose per la sopravvivenza dello spirito e della carne.

.Signori, non siamo qui a pettinare le bambole o per passare il tempo.


Osservazioni personali. Archivio n° 122. Proprietà privata. 2-11-1996

Il Giornale ringrazia.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyGio 12 Mar 2015 - 9:59

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Come mai la verità da fastidio in campo informativo.

La tendenza individuale conduce secondo le possibilità proprie dell’individuo a differenti risultati dove se confrontati sono sconcertanti.
L’uomo non è in grado di riconoscere istantaneamente nulla se non ha una prima copia registrata in precedenza. Questo lo sanno in poche persone addentro agli studi sul comportamento umano. Se si privasse un neonato dagli insegnamenti materni questo non diventerebbe in grado di distinguere assolutamente niente di quanto conosciamo e la prova è comprensibile anche da un adulto che si appresta alla guida di un veicolo, senza le informazioni e la pratica necessaria non sarebbe in grado di circolare. L’uomo può tutto, ma soltanto dopo il riconoscimento o sovrapposizioni di azioni acquisite. Un cinese non parla la nostra lingua e molti cinesi sì, la differenza è nell’impararla.

Quindi l’individuo è esposto in continue contraddizioni non appena è investito da un solo soggetto proposto in maniera differente da come l’ha registrato. Un marito si arrabbia con la moglie per la sua messa in piega, perché? Ha un modello visualizzato che non vuole sostituire.
La moglie trova il marito cambiato dopo anni di matrimonio. E’ cambiato il suo modo di vederlo, il marito è lo stesso individuo di sempre trasformato forse fisicamente.
Cambia la fisica nell’interpretare le parole. L’individuo legge con la tendenza di aggiungere sempre qualcosa di suo. I colori sono visti con tonalità completamente diverse da tutti, nessuno vede lo stesso colore.
In campo informativo un’affermazione si scontra con un’altra con altre ancora.

Pochi sanno cos’è la “duplicazione”. Duplicare non è faticoso ma diventa raro incontrare un duplicatore. Un duplicatore normalmente scrive, un pressappochista usa esclusivamente il sentito dire. Il sentito dire passa attraverso una larga fascia di alterazioni, non è affidabile e diventa inconsapevolmente bugiardo. I bugiardi campano in una bolla di sentito dire, non si esprimono in prima persona, evitano i confronti e deridono i concetti veritieri per non rivelarsi ignoranti. L’ignorante ha paura, questa è la causa di angosce, fallimenti e rovine catastrofiche. La permanenza nell’ignoranza porta a stati di terrore di fronte a problemi che sono evitati vivendo uno stato di larva appena sufficiente per mascherare lo stato miserabondo.
Dare informazioni o notizie banali, frivole e leggere rende tutti quanti felici per non sforzare la mente sull’operazione di distinguere e differenziare. Chi è privo di questo indispensabile esercizio difficilmente possiede una marcia in più rispetto a chi lo pratica giornalmente. Capire con rapidità cosa significa percepire un soggetto o leggere, ascoltare con chiarezza senza interporre del suo (ascoltare e leggere non significa udire e neppure osservare) è una pessima abitudine che porta inevitabilmente alla malcomprensione, è fatale infilare i propri dati registrati specie in concetti letti o in ascolto per la prima volta.
Oggi viviamo in un sociale reso intelligente dal sentito dire e qualcuno si distingue più di altri usando la saccenza per distinguersi. E’ il mezzo ideale per farsi notare come un ottuso in cerca di notorietà. E si spiegano gli appiattimenti delle masse sociali inaridite e condotte al pascolo come pecore rassegnate. Anche un cretino sa di esserlo e se trova un gruppo rincretinito chi lo scopre meno cretino di altri?

E torniamo alla verità che da fastidio. Anche l’intelligenza di altri da fastidio. Danno fastidio i meriti di altri, come le abilità o la posizione sociale, un lavoro migliore del proprio o l’auto. Fesserie, no, stati esistenziali. La cassa d’integrazione, i posti di lavoro precari, l’impossibilità di ristabilire un equilibrio economico perduto, fanno un individuo che spende sciupando le sue ridotte energie in campi minori, senza accorgersi è arrivato allo stadio della deficienza. (leggi; mancanza d’efficienza). Dire a chi impiega ore di fronte alla TV o con l’alibi del “tempo libero” stravaccato da poltrone, bastano soprattutto gli hobby sia pure motivati per incancrenire una mente plagiata.

La verità fa male, risulta come una sciabolata in grado di dimostrare come sono realmente delle persone. E queste incominciano immediatamente a sgretolare qualsiasi affermazione differente in loro possesso. Poco importa di che cosa si tratta, non ha il minimo d’importanza sulla necessità di mascherare un’ignoranza in merito. Queste persone hanno il ragionamento tarato al minimo e di fronte alla domanda; scusi mi sa dire le ore? Rispondono; la stazione si trova da quella parte.
Quanti individui si stanno interrogando sui rapporti sociali allo sbando? Negli ultimi anni sono moltissimi le persone che si domandano se il prossimo sta dando i numeri o se è impazzito in certi casi. Nessuno ne è all’oscuro, ma preferiscono allinearsi in questa forma di socializzazione in caduta libera. Tanto meglio per la mia ignoranza se frequento un branco di non conoscenti, così nessuno mi scopre, e poi posso sempre fingere da bugiardo d’essere molto preparato e colto in certi argomenti. Sbagliato, il bugiardo ha il tallone d’Achille e poichè mente in continuazione diventa un libro aperto. Anche il saccente è vulnerabile nel suo campo esagerando quello che fa, da mediocre o poco lo innalza a meraviglia delle meraviglie. E’ del tutto naturale che entrambi i casi cerchino una gratificazione sentendosi falliti.

La verità porta all’individuo veritiero premi gratuiti o meglio dire “naturali” ogni giorno. Come mai la verità ha in se questo potere? Semplice, usa pochissima energia, mentre la menzogna ne consuma moltissima. Ha un ritorno immediato, mentre, il bugiardo annega nell’inerzia, le bugie bloccano addirittura l’azione (concentrando in minime operazione ritenute importanti) … ad esempio l’azione di sostenere delle bugie è importantissima per non farsi scoprire), vale a dire un bugiardo a sua insaputa brucia giorni e mesi e decenni in un’apatica condizione soltanto perché reso inefficiente da se stesso. Triste realtà votata completamente sul falsare qualunque cosa, argomento o condizione esistenziale a lui avversa. Le avversità si trasformano in sfide contro altri sostenitori, arrivando sulla paranoia (vale dire aggressività) spesa anch’essa con enormi sprechi energetici che passano come adrenaline in grado e con complicazioni nefaste sul cervello sottoposto a continue e stressanti sforzi d’azione.

La verità basta a se stessa. Non ha controindicazioni.
L’aspetto menzognero ha capitoli di studio per essere conosciuto interamente.
L’uso delle verità premia, mentre, l’uso delle bugia porta lentamente a soccombere.

Ho perso il lavoro, ma non ho nessuna colpa, è la crisi comune che mi ha ridotto a bighellonare. Sbagliato. Chi lavora ha principi esistenziali differenti da chi l’ha perso? Assolutamente sì. Se perdi il lavoro e la tua vita subisce un rovescio, non incolpare nessun altro all’infuori di te se vuoi capire dove stai nuovamente sbagliando. Oggi i saccenti danno ogni colpa ad altri e non a loro stessi. Si sono fregati il giorno che hanno preferito inventarsi un alibi necessario per giustificare un fallimento.
La verità trionfa senza alibi, la verità è un’associazione di dati stabili, comprovati, certi e sicuri. Perché mai un individuo sano di mente dovrebbe peggiorare la sua vita inventandosene un’altra? Non si piace, si sente meno importante di altri, ha cercato di emergere dai suoi simili senza riuscire, ha dovuto rinunciare a troppo e non riesce a sopportarlo, allora non gli resta che costruirsi un castello di fantasia dove calarsi in nuovi panni, quelli che gli sono restati dopo i massacri subiti.
Si capisce subito come diventi fastidiosa se non tragicamente intollerante la verità d’altri se uno vive ai margini delle comprensioni comuni. La rabbia latente, repressa in una sfera d’azioni inconcludenti, giorni mesi buttati al vento rendono insofferente anche l’alibi sulla finzione, corrode l’uomo e lo rende acido, arrogante, uno perennemente sulla difensiva e pronto sull’attacco non appena il suo misero contenuto informativo è attaccato, in effetti, l’attacco lo provoca esso stesso ovviamente dando la colpa all’esterno.

La verità in campo informativo è un tormentone per l’ignoranza saccente, vale a dire che l’ottusità cerca la difesa con la provocazione. La provocazione diventa l’adrenalina nei momenti di massima insufficienza esistenziale. L’individuo si scatena sulla prima sciocchezza (e non avendo di meglio da fare) ingaggia una battaglia mortale contro dei veri mulini a vento in quanto da Don Chisciotte non avendone mai visti li scambia per giganti che stanno agitando le braccia. Ecco cosa succede nell’individuo menzognero, inaffidabile e con maschere di servizio, non ha mai visto un gigante agitarsi e neppure sa dell’esistenza di mulini a vento.

Pubblicato su Verbo e Comunicazione.


Proprietà privata. Archivio n° 324 del 21 – 6 – 2005.


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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyVen 13 Mar 2015 - 13:27

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... ((seguendoti da anni faccio ancora fatica capirti, nonostante leggendo i tuoi scritti ho capito che ne sai più del diavolo)).

E' un vecchio conoscente, uno che disse che lo Sven o si ama o si odia, perchè per capire quello che scrive si deve leggere tra le righe con molta attenzione, altrimenti ci si perde dentro. Ha telefonato, precisando che non mi manda mail (per timore di vedersela pubblicata *) e per dirmi che ovviamente segue il forum dall'esterno copiando i trhead per leggerli con calma più volte.

... ((sei un comunicatore di vecchie date, lo capisco ora dalle firme. Eri un gigante quando ero un imberbe che credeva di sapere tutto, ho dovuto faticosamente ricredermi e grazie a te, correggermi in profondità)).

E' mia personalissima opinione, che la vita è soltanto un lungo cammino dove ogni passo dev'essere esplorato e ogni parola misurata per comprendere il suo peso una volta espressa. La comunicazione mi ha aperto varchi insormontabili e porte invalicabili e sapete cos'ho incontrato dietro queste trincee? Persone etichettate che ne sapevamo meno di formiche, ignoranti vestiti da non conoscenti, persone anche perbene ma fuori posto soltanto perchè privi di una testa aperta a trecento sessanta gradi. Incontro persone ogni giorno, la maggior parte a senso unico che camminano in quel che sono diventate senza nessuna intenzione di cercare un'alternativa differente da quella ormai cristallizzata dentro la testa.

Per me, l'ignoranza (la non conoscenza) è il cancro che consuma il corpo ospite.

L'idiozia nasce dall'ignoranza che distrugge sistematicamente il portatore ormai fuori controllo e più che mai convinto d'essere un individuo sopra la media, perchè l'idiota come il pazzo, non ammetteranno mai d'esserlo.

Ascoltiamo ogni giorno il notiziario che informa di malesseri sociali insanabili, di un numero impressionante di casi dove la pazzia è in primo piano, la sequenza delle aberrazioni va oltre l'immaginazione della peggior fantasia negativa e il peggio è che queste nefandezze sono il pane quotidiano dei gossip, impazzano sui network con i peggior selfie sparati in rete che raccolgono milioni di pesci incoscienti pronti per cadere in una cloaca indegna per il genere umano. Senza essere un moralista, qui si va a puttane "senza offesa per la nobile arte della prostituzione" che per finire, dicendola tutta, con la droga e le armi, sono i business mondiali che non conoscono crisi.

Il Giornale ringrazia.

.* timore infondato, non pubblico niente di personale senza autorizzazione. A meno che questo non cerca di negare un precedente.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptySab 14 Mar 2015 - 11:06

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Attualità scomoda.

L’integrazione … razziale.

… periodicamente durante i secoli i popoli lontani tra loro, migrano oltre i propri confini in carca di nuovi orizzonti esistenziali, senza questi fenomeni naturali l’umanità non avrebbe potuto seguire l’evoluzione evidente che possiamo vantare. Le americhe sono state popolate da colonie europee e l’Europa da popoli giunti dall’est … si dice che L’Africa sia la culla dell’umanità, vero o no, l’uomo ha vagato per millenni su tutta la superficie del pianeta popolandolo …

Oggi, assistiamo all’invasione incontrollata di persone dell’area mediterranea, in fuga solo all’apparenza perché chi hanno occhi per vedere, la migrazione massiccia da terre lontane, ha incominciato una ventina d’anni fa in sordina. Queste migrazioni sono rette da religioni differenti dalla nostra, diventa innegabile la differenza culturale e parlare d’integrazione fra popoli diventa una barzelletta tragicomica, nel senso figurato. L’insistenza politica sull’accoglimento di migliaia di profughi che non chiedono asilo politico ma solo di approdare sulle coste italiane per dirigersi nell’Europa non convince nessuno, specialmente per i costi pubblici che questa marea fuori controllo invade l’Italia per scomparire, ma questa è politica.

… il problema più impegnativo da trattare diventa l’impatto culturale “alcuni direbbero religioso” senza conoscere la definizione della parola religione, che significa: conoscenza. Immaginare la fusione pacifica culturale vorrebbe dire non conoscere in profondità la storia umana. Sono due le cause scatenanti del genere umano: la fame e la religione. L’uomo dipende, come organismo endotermico funzionante a ossigeno – carbonio dal cibo, senza muore. La seconda dipendenza, dopo aver perso la sua originale identità, in favore delle divinità temporali, non può essere privato della fede. Ora, immaginiamo che due opposti fronti culturalmente cresciuti su un differente “credo” cambi improvvisamente bandiera senza spargimenti di sangue umano?

Ricordo che studiando scienze sociali, il termine integrazione indica l'insieme di processi sociali e culturali che rendono l'individuo membro di una società. Di una società certo, ma la sua d’appartenenza, non di un sociale sconosciuto, avverso per pregiudizio. Vogliamo comprendere l’immigrato, fuggito dal suo paese o solo imbarcato verso nuove avventure, completamente “ignoranti” da parte nostra sulla sua cultura, religiosa? Vogliamo chiedere al primo musulmano incontrato, se è disposto a integrare il corano con la bibbia cattolica? E quanti italiani ,effettivamente, conosco praticano gli insegnamenti biblici?
A differenza, per quel che so personalmente, il sociale musulmano si radica sui fondamentalismi coranici, una dottrina che regola i rapporti interpersonali in modo quasi ferreo. La differenza evidente fra un cattolico praticante e un musulmano praticante è che, palesemente, nessuno dei due rinuncia alla propria. Lascio da parte il cattolico osservante e l’islamico solo osservante, entrambi le fazioni sono soltanto di facciata e se da un lato possono essere “evolute” dall’altro lato, sono ritenute fuori controllo … cioè facilmente manipolabili, e qui segno l’ISIS. Un minaccia paragonabile alla tegola in bilico sulla testa. E si continua a cianciare sull’integrazione razziale … come una possibile realtà.

Chi è arrivato fin qui, a leggere, può riflettere seriamente sul suo futuro.

Il Giornale ringrazia.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyLun 16 Mar 2015 - 12:08

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La differenza ... non è una semplice parola, implica il saper distinguere e il saper differenziare fra cause e casualità da non confondere.


… la differenza, senza intromettere il moralismo, la dimostra l’individuo schietto, sincero e senza doppi sensi.
La fusione umana fra migliaia di persone associa facilmente i caratteri individuali per empatia come suggerisce il proverbio, perla di saggezza: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Tra simili, ma non uguali, la tendenza a non “vedersi” nei panni d’altri, diventa fatale nel processo d’identificazione (perché associare, significa identificare un che di simile a se stessi) quindi, condividere il meglio o il peggio con qualcuno, vuol dire dimostrare a noi stessi come siamo.

….. il pericolo comunemente usato socialmente è la tendenza di identificarsi (causa la forte carenza di autostima e conseguentemente di personalità) assoggettando in altri la spinta associativa che trascina i deboli a farne parte …. Mi spiego: posso essere impegnato, meglio sarebbe dire “impregnato” in politica o in una religione dichiarandomi, oppure conservando le mie impressioni, azioni o idee in merito. Qual è la differenza? La prima risposta è che non sono visibile come associato (anche se ho una propria condivisione) nessuno potrebbe identificarmi in nessun ordine socializzato di desta, sinistra e né in alto o in basso …

Dove scrivo … su quel che fa la differenza, l’estensione sul modellismo, perché qui si parla del modellismo, è però marginale da intendere ridotta, sottomessa nell’argomento. Un sito o piattaforma pubblica, sa distinguersi da altre in modo netto se considera la cultura espressa qualitativamente come “eccellenza” dimostrando che l’uomo NON è un foreman, un iscritto solo interessato come attivista o perditempo, nel senso buono che lo riempie cercando del relax. Ebbene, è nel tempo libero che un uomo, un individuo sveglio, sente la necessità di capire dove spende la sua attenzione.

….. chi si prende la briga di leggere quel che scrivo, si dividono in due categorie “chi mi capisce, e coloro ai quali sto sulle balle” specie questi ultimi, che spesso e sovente sentono insultata la loro intelligenza …. si accorgono che seppur parlando e trattando argomenti modellistici, posso spaziare in molte argomentazioni senza nessuna difficoltà …. Volete sapere come posso? Semplice rispondere: chiaramente NON associo e neppure mi sono identificato in un ruolo “modellistico”, anzi, la principale attitudine dominante, non mi passa per la testa di renderla pubblica … capito il senso individuale? Mai e poi mai, dichiararsi per diventare facilmente identificato. Solo gli stupidi si rincorrono associandosi fra loro, è l’etichettatura più sfacciata da applicare alla fronte …….. ma e però: siamo parte di un universo dualistico con i pro e contro ….

Non siamo assolutisti e neppure a prova d’errore, anzi è l’errore che rivela lo sbaglio e chi riconosce i suoi limiti sa come comportarsi, chi li ignorano vanno alla deriva navigando dove tira il vento. Sono scelte individuali fatte per un ordine morale di scegliere un gruppo associativo, dove farne parte in modo esemplare, dando se possibile un contributo efficacie, o soltanto come osservatori condivisi. Il fattore di qualità si riconosce attraverso la differenza, cioè la distinzione o distinguo, fra il caos e l’ordine. Basta l’osservazione sul caos che abbiamo raggiunto negli ultimi anni per capire meglio dove il disordine ha colpito violentemente il sociale umano, e se siete buoni osservatori, solamente una ristretta imponenza umana sta sopravvivendo nell’ordine, già perché l’ordine premia nella verità, mentre nel disordine imperversa il caos. Il caos si diffonde come un’infezione mentale pericolosa nelle persone indebolite, e questi si trasformano in efferati assassini privi di sentimenti umani. Oggi si ammazza con troppa facilità, ma a chi importa capire la ragione? Siano governati da una banda bassotti e l’economia e i commerci precipitano a picco, ma a chi importa capire le motivazioni?

…… quel che fa la differenza, signori miei, risiede dal quel lato in cui vi trovate, perché siete diventati quel che siete …… ESSERE, significa ben altro rispetto a quel che credete d’essere come persone, perché potreste esservi identificati associandovi a quel che vi hanno fatto credere …… e se uno crede sbagliando direzione, sta bene dove si trova, perchè non intralcia chi ha scelto la direzione opposta …..

Il Giornale ringrazia.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyMer 18 Mar 2015 - 21:15

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"Il Conservatore."

Pregi e pericoli assumendo il ruolo del conservatorismo. Ricordo che ogni medaglia ha il suo rovescio.

… la posizione sulla scala del tono indica un livello analitico stabile e se fosse un livello fisso troveremo tante buone qualità in un individuo, l’onestà, l’abilità di gestire persone o imprese, senza essere ambizioso si accontenta con poco senza farsi mancare nulla, dispone del gusto estetico, ama socializzare, in amore è monogamo, riservato e lento nelle decisioni, ha paura di sbagliare e questo lo blocca in lunghe trattative inconcluse, fisicamente sano ha però la tendenza nel somatizzare per mancanza d’elasticità, disdegna chi lo intralcia nella vita nonostante i tentativi di dominarla. Ostinato, alle volte caparbio, generoso fino ad un certo punto, senza essere egoista a timore di perdere quel che possiede …

Un re è un esempio da citare; seduto sul trono è l’uomo più potente del reame, nel contempo è il più esposto ai tradimenti dei ministri. Governa un popolo, ma è schiavo di un regno da difendere, il trono lo imprigiona nel ruolo del giustiziere, è lui il dispensatore della vita e della morte. Un re forte non si fida di nessun consigliere, ascolta il suo cuore amministrando la corte prima ancora del suo regno. Un re è un solitario condannato ad avere paura di tutti e di tutto, persino il suo cibo è un pericolo mortale, un re soffre d’angoscia, e di malattie mortali.

Dato per certo che tutte le posizioni sulla scala oscillano insieme allo stato mentale dell’individuo e non sono fisse (anche se con del senno e buon senso, più si reggono i livelli analitici e maggiori sono i vantaggi psicofisici) un conservatore incallito diventa facilmente per se stesso e per gli altri una persona scomoda, alle volte intollerante, duro, inflessibile, è facile ai raggiri, agli inganni che sono temuti sospettando di tutti non appena scivola dall’occasionale livello in cui crede di stare.

……… chi conosce a mena dito tutti i livelli della scala sa come muoversi velocemente senza restare in definitiva in nessuno, certo staziona ovviamente sui livelli analitici e questo lo fa stare bene fisicamente in quanto conosce i pericoli in agguato scendendo tra i livelli inferiori ...

Il difetto del conservatore (lo dice la parola) è la sua ingessatura o peggio di bloccarsi in un livello sociale e mentale. Le classi dirigenti sono costruite da conservatori, ne fanno parte gli avvocati, i medici, i politici, gli insegnanti, i preti, i panificatori, i macellai, i farmacisti, i giudici, etc. Queste professioni non permettono dissociazioni dai ruoli assegnati, chi l’ha scelta si imprigiona nella vita.


Osservazioni personali. Nota n° 614                                                     2 – 4 – 2001.


Il Giornale ringrazia.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyGio 19 Mar 2015 - 10:07

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.... esco ogni giorno incontrando persone e grazie alla parola si parla ................... affraid

La razza umana usa la parola con estrema superficialità, è stata educata scolasticamente e lasciata in seguito allo sbaraglio verbale dove conta più il dire che l'ascoltare. Oggi si incontrano più persone che non sapendo ascoltare hanno smesso di leggere (la lettura è l'importante esercizio del sapere) e chi legge a malapena, magari con fatica, il sito che segue, si accontenta di guardare le fotografie, di partecipare come user e se anche vorrebbe inserire un commento NON si sente all'altezza di poterlo fare.
... ecco un user, che non sa ascoltare! La sua esistenza si è cristallizzata in quanto è diventato, escludendo semplicemente circa il 97,3 % del suo circostanziale ...

(Esempio: partendo per una crociera, mi porto almeno due libri da leggere stando chiuso in cabina ... se sono coinvolto in discorsi mi limito al sentito dire, perchè non m'interessa niente di quel che dicono ... evito i notiziari ... seleziono limitando il numero di amici ... sono contro a tutto e a tutti ... la gente non capisce niente ... il mondo va a rotoli ... la bella e la brutta giornata per me sono uguali ... il colore preferito è il grigio ........ e via così.)

... il circostanziale, che fa parte della nostra esistenza, non può essere sciupato unicamente ignorandolo per una chiusura mentale diventata ottusa soltanto per non saper ascoltare e sapete cos'è successo quando avete deciso di sapere abbastanza e avete rinunciato al resto? Vi siete sentiti arrivati e chi si sente arrivato si è solamente fermato! Senza accorgervi avete dato lo stop alla vostra capacità di crescere e avete incominciato a contare gli anni sentendovi "maturi", uomini e donne molto confusi ... ascolto dire: nessuno mi capisce. Hai smesso di capire gli altri e pretendi di farti capire? La gente è strana, sembrano tutti matti ... sei tu che sei diventato strano, identificandoti con loro, e sei diventato un poco matto come tutti quanti ...


"Il ciclo di comunicazione corretto."

… il punto A come emissione e il punto B come ricevente …

Invalidare una comunicazione significa anticipare la realizzazione sul punto ricevente.

… il soggetto ricevente dev’essere portato sulla realizzazione e mai aiutato in merito, qualunque suggerimento è un’invalidazione nei suoi confronti. Invalidare una persona vuol dire ritenerla inferiore sulla comunicazione … la comunicazione, intesa come abilità verbale, dev’essere condotta SEMPRE sullo stesso livello e mai su livelli differenti. Esempio di comunicazione difficile: il punto A scende sul livello del punto B.

… il punto B può essere incapace di capire una comunicazione di livello A.

Chi per abitudine anticipa (con tutte le buone intenzioni) la soluzione di problemi, offende l’intelligenza altrui invalidando la possibilità di raggiungere la propria realizzazione. Realizzare significa: conquistare personalmente un concetto, capire interamente una comunicazione, fare proprio un qualcosa di sconosciuto prima. Realizzare deriva da realtà e la realtà è un accordo di almeno due persone. Non ha nessuna importanza su cosa si parla/comunica/ importa soltanto la buona riuscita “accordata”.

… il punto A deve iniziare la comunicazione – avviare – comunicando ogni informazione sul merito dei contenuti, senza l’errore comune di precipitare la conclusione … l’interlocutore ricevente B si spiazza privandolo di quelle parti sconosciute che il punto A omette arrivando sulla fine della comunicazione senza neppure accorgersi delle parti mancanti perché semplicemente le conosce …

Il ciclo completo sulla comunicazione corretta si forma su tre punti fondamentali: avviare la comunicazione – completarla sulla distanza – per fermarla solo quando c’è la sicurezza di avere espresso ogni elemento indispensabile verso chi la sta ricevendo. Non possiamo pretendere che chi ci sta ascoltando possa sapere quello che stiamo comunicando, è il punto A che deve comunicare correttamente … se il punto ricevente non capisce, il punto A si trova in difetto di comunicazione. Uno scolaro di prima elementare sarà sempre in difetto rispetto all’insegnante, è l’insegnante che scende al livello del non sapere dell’alunno … l’alunno non può risalire nessun livello di non conoscenza. Questo esempio vale per chiunque chiede un‘informazione, chiede un qualcosa che non conosce.
I difetti sulla comunicazione NON sono mai imputabili all’ascoltatore (il punto B) ma da addebitare al punto sorgente, cioè il punto d’emanazione (A).

….. solo chi hanno avuto modo d’ascoltarsi (in cicli di comunicazioni registrati) scoprono loro malgrado di NON saper gestire una comunicazione corretta … infatti, è più difficile saper ascoltare che parlare. Ne parlano tutti e nessuno sa ascoltare “effettivamente” una completa comunicazione …
Un buon comunicatore ascolta sempre con molta attenzione … per i precipitosi, è raccolto come un sintomo di ritardo bombardando l’ascoltatore con altri dati discordanti con quelli iniziati, confondendo maggiormente l’ascoltatore disorientato da tipo di comunicazione che sta ricevendo. Chi parlano velocemente sono persone che sono state invalidate sulle loro azioni, sugli argomenti, sull’etica educativa, sulla moralità, sulle individuali capacità d’esprimere i loro autentici potenziali. Parlare velocemente, si passa dall’avviare una comunicazione e chiuderla, senza elementi indispensabili per completarla. Chi parla velocemente è un individuo che è stato reso immaturo (l’immaturo si riconosce dal suo aspetto) non dimostra mai la sua vera età. L’incerto e l’insicuro rivelano l’immaturo. Le incertezze provocano insicurezza, a lungo danno immaturità all’individuo.

L’individuo circondato da conoscenze (non da amicizie) è capace di differenziare e di concedere la sua fiducia. L’amicizia è superficialmente l’incognita degli sciocchi. La conoscenza incomincia dalla prudenza usata nel capire qualsiasi cosa, argomento e persone.

L’individuo circondato da amicizie ”opportune” oltre manifestare una dipendenza, si colloca esattamente in dipendenze opportunistiche. Le similarità si incollano per lo stesso contenuto, per associazione.
La necessità di amicizia rivela una dipendenza verso altri, poiché non ci si fida di noi stessi. La persona che non si fida di altri è incapace di fidarsi di se stessa.

…. sono queste le problematiche che compromettono la corretta comunicazione e senza il riesame completo su queste carenze acquisite (ingoiate e rimosse*)  l’individuo lotta perennemente contro quanto respinge … se vuoi che una condizione persista, devi opporti ad essa ….

* La mente non lascia problemi in sospensione, in assenza di soluzioni le “inventa”. (La mente che mente).
Qualsiasi postulato diventa una verità certa nella misura in cui si crede in esso.

Ricordo che verità, certezze, bugie inganni, tradimenti o successi, etc. sono semplicemente degli accordi comuni che gruppi di persone hanno deciso come delle verità evidenti.

Potrei continuare ma, credo, andrei oltre la semplice comprensione.

22-8-011

Il Giornale ringrazia.

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyDom 22 Mar 2015 - 10:42

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... l'uso della parola come comunicazione può trasformarsi in creazione.

Il creativo sfrutta la sua abilità comunicando, esattamente come il pittore dipingendo la tela crea l'immagine desiderata, la parola costruisce quanto s'intende dire.

... dire e comunicare sono tra di loro enormemnte distanti, si spiega la futilità della parola usata non senza senso, ma sensa contenuto, il contenuto della parola d'essere supportato dal suo reale valore, appunto il suo contenuto ... vediamo un "corto esempio" sviluppato con parole che ne hanno fatto una semplice creazione.

E' l'introduzione di uno dei tanti racconti brevi " cinquantamila parole per 75 pagine" basati sul personaggio Sven Hassel, tiratore scelto dell'esercito del pazzo di Berlino. Alcuni lo conoscono in altre sue avventure, apparse in passato.

... la costruzione "creativa" di un personaggio inventato richiede la descrizione accurata dell'immagine che dev'essere trasmessa al lettore completa, senza la forma, il carattere, il personaggio non potrebbe emergere con una sua individualità, ironia o antipatia, per essere apprezzato o respinto dal lettore ...

Non pubblico, oltre la stretta misura di presentazione, il solo necessario per dimostrare come l'uso della parola, diventa creativa comunicando.

....................

La scommessa.

… la guerra fa schifo. E sì.

Bhe, dici sì e basta? Da soldato ordinario del Fùhrer di Berlino, stanziato nell’est ucraino, di fronte a IVAN che spara dritto in fronte agli eroi dell’esercito tedesco, dico che la guerra fa schifo e lo dico da quando mi hanno arruolato in Finlandia con la cortese domanda: al muro come prigioniero di guerra o la divisa della Totenkopf? Da convinto assertore che la canna, piegata dal vento non si spezza, ho considerato che appartenere all’armata degli scheletri al più, diventavo un fantasma etereo, vantaggio dove le pallottole non incontrano nulla.
Sei scemo, come un asino. Certo, ma sono ancora vivo dopo quattro anni su ogni fronte merdoso e questo grazie alla pazienza che un nobile animale come l’asino, mi ispira una lunga esistenza. Ma tu sei un tiratore scelto e potresti scovare quei figli di troia che inchiodano la linea avanzata.
Potrei farlo, ma nessuno me l’ha chiesto ed io senza ordini dall’alto non muovo un dito.
Ma non dire scemenze, proprio tu che la disciplina non sai neppure cos’è, l’altra sera nel bordello hai sgozzato un caporale della feldpolizei della wehrmacht soltanto perché ti aveva sputato sul distintivo di tiratore.
Ho sgozzato il suo lato peggiore, da civile era un brav’uomo, forse un grasso postino o un pedante bidello scolastico, poi la divisa una volta indossata, cambia il carattere degli uomini e da gentili incominciano a sputare attorno senza timore di finire all’inferno. Sputare sul distintivo di un cecchino significa firmare un impegno immediato con Caronte destinazione l’Ade a calci in culo.
Quanti ne hai ammazzati di poveri diavoli?
Tutti quanti mi sparavano addosso, semplice no? Il tuo fucilone, quel ferro vecchio scassato che ti porti appresso, sporco come un sudicio porco, lo usi per pulirti su per il culo, o quando capita spari alle allodole?
Ma dall’altra parte, i cecchini di IVAN, ieri hanno centrato un maggiore appena arrivato che ispezionava la prima linea.
Un pavone di meno che il pazzo di Berlino ha inviato nelle fauci dei lupi di Oskcar Dirlewanger con un biglietto per l’inferno. Solo un fesso, ispeziona la prima linea in perfetta mascherata di galà, un boccone che non mi sarei perso e il collega dell’altro lato ha fatto un lavoretto preciso, standosene immobile nel suo porco nascondiglio. Un centro da manuale ha consacrato un eroe nazista al valore militare, la famiglia riceverà gli onori di guerra e la vedova si consolerà presto dimenticando un pavone in gallonato spedito dritto per un appuntamento con del piombo sovietico.
Voi dire che sai da dov’è partito il proiettile mortale?
Se tu fossi un pochino sveglio, lo sapresti senza fare domande.
Che vuoi dire pidocchio rinsecchito?
Dico che se scommetti mille vecchi marchi tedeschi, liquido il fantaccino tartaro in un sol botto.
Sai, dove si nasconde, e come fai a dire che è un mongolo?
Tartaro, non mongolo, suino imbecille. E’ un cacciatore di lupi, sa aspettare nel gelo senza un solo movimento per giorni, non mangia e si caga addosso il meno possibile, ma non è invisibile, almeno per me. So dov’è da una settimana e cambia di posto ogni due giorni, è metodico, è prevedibile come un tacchino molesto. Ce li hai mille marchi?
Certo che li ho, però aspetta, non sono così scemo da giocarmeli dei miei. Dammi un’ora e torno con almeno ventimila vecchi marchi, le scommesse piacciono a tutto il fronte e poi sono incazzati per tutti i cadaveri fatti fuori dai cecchini di IVAN.
Aspetta, coglione puzzolente, sei davvero un autentico sacco di merda. Se le scommesse le raccogli su di me, ti rovini da solo, sanno chi sono e nessuno punterebbe su di un tiro mancato. Inventati un pivello appena arrivato che nessuno ha mai incontrato e sarai coperto di marchi.
Sei un vero dritto, tiratore scelto, un figlio di puttana tanto furbo, Ida la Cicciona sarebbe fiera di te.
E tu un idiota, Ida con i suoi centotrenta chili ti spaccherebbe in due con un solo cazzotto.
Ecco il malloppo, ci sono cascati. Era ora, imbecille, ho meno di mezzora di luce e se vogliamo alleggerire le truppe del Fùhrer degli spiccioli investiti sullo spettacolo, prendi il coperchio di ferro e con il tuo fucilone inutile, lo fai spuntare appena un poco quando lo dico io, sta pronto e fa esattamente quello che dico. Se sbagli, ti ammazzo all’istante e me la filo con i ventimila vecchi marchi come un fantasma, capito?
Pezzo di merda, ammazza cristiani, assassino prezzolato, stronzo fottuto, sei un cesso puzzolente, eeee ….
Falla finita cretino, o t’ammazzo subito. Sta calando la luce, muoviti.
Pronto? Alza lentamente il casco e fallo ondeggiare adagio, Vai!
Tiralo giù, subito. L’ho nel mirino, appena spara, è un cecchino morto, il fesso è il mancino che conosco da mesi, un cacciatore nato che non sa resistere quando fiuta la preda.
Pronto, vai lentamente e poi lo alzi un poco, è quel che aspetta per bucarti la tolla di ferro che metti su quella zucca vuota, ora.

Porco giuda, mi ha centrato l’elmetto in pieno.

Già, e lui è volato al creatore dei tartari con il cervello in pappa, un altro idiota in meno a discapito di IVAN.
Adesso, svuota le tasche, non crederai che l’abbia bevuta la storiella dei ventimila franchi, non sono mica scemo e togli giacca e pantaloni, so bene dove, si nascondono le mazzette di marchi, avanti o ti buco anche il tuo cervelletto innacquato, marc!
Scherzi, sei impazzito. Sono una persona onesta e non ti do il diritto di darmi del bugiardo … metti via la Luger, fottuto assassino, ecco i ventimila marchi sull’unghia da dividere come oneste persone per bene.
Togli i vestiti o sparo.
Fermo, fermo, aspetta porco mondo, voi assassini sparate al primo povero diavolo senza nessun rimorso, non è giusto e va bene, volevo un piccolo extra per la raccolta delle scommesse, ho trattenuto solo altri diecimila vecchi franchi e centomila rubli come interesse privato.
Al tre, raggiungi il tartaro che sta bussando alla porta degli dei, uno …
Mi svesto, aspetta, aspetta, dannato cane finlandese, ecco tutte le scommesse, fino all’ultimo centesimo. Tocca a te, regolare le vincite, io non voglio un solo marco e un solo rublo, prendi tutto e va all’inferno.
Bravo soldatino del Fùhrer onesto come un pupo attaccato al suo biberon preferito. Ora, lascia i pantaloni e fila come un pollo spennato senza girarti. Se ti rivedo, sei morto, capito?
Morto sei tu, schifoso cecchino finlandese Otto Gruber, di Oberstdorf, in Baviera, macellaio di professione, ti promette di diventare la tua ombra e di spedirti al creatore in men si dica. Tu sei morto, porco sciacallo, ti metto addosso tutti gli scommettitori, non hai il minimo scampo, sei un idiota pronto per l’inferno, sono sessanta mila vecchi marchi e trecentomila rubli, che non potrai mai spendere.
Questo lo dici tu. E poi in fondo sono un onesto affarista, questi sono centomila rubli, sono una merda sovietica, ma sono sempre soldi buoni, te li sei meritati e adesso fila veloce.
Ricorda che sei un morto che cammina …..
Sì, sì, lo so, me l’hanno detto in molti, sparisci o ti ammazzo sul posto.
Lo Sven, toglie la sicura alla bomba a manico e regola i tre secondi, e lancia la pillola in direzione del pollo in mutande, che vola nelle braccia del Vahalla spandendo un mucchio di rubli bruciacchiati, un alibi per qualche creditore in cerca delle vincite. Un lavoretto ben fatto, da professionista, scemi del genere ne ho incontrati fin troppi e questo non sarà neppure l’ultimo. Il Fùhrer perderà il suo folle impero con una banda di smidollati macellai senza cervello.
Gli affari sono affari, e solo un idiota fa affari sporchi con un tiratore scelto che taglia un collo per uno sputo indecente sul distintivo di cecchinaggio. C’è in giro davvero della gente poca accorta, specie se incuranti della propria pelle e uno che minaccia sentenze e vendette è uno che non sta al gioco e non sa perdere con signorilità, un perfetto cretino non dovrebbe neppure aprire bocca contro un agnellino finlandese, che neppure voleva entrare nelle file dell’esercito degli scheletri.

Racconto breve, proprietà personale.              Archivio n° 241.

DG.

.............

E' una sola pagina, con 1.336 parole. Il resto continua ed è pubblicato sul Giornale di Sven (sito personale chiuso).

lol!

.la parola, l'immagine e l'arte diventano comunicazione.

... l'occhio umano cattura la comunicazione attravero l'immagine, oltre che della lettura, i colori o le figure, gli stessi paesaggi o la semplice gionata di sole e pioggia, sono rilevati attraverso l'occhio ... la pioggia non dice che piove, lo vedi e l'ascolti, come senti il calore del sole con la sua luce vivida ...

Dare al lettore l'immagine al personaggio aiuta la comunicazione sulla narrativa lasciando a chi legge il compito di capire dove, i fatti della narrazione si stanno svolgendo, in quale contesto e da chi.

Il modellismo non è il pane quotidiano. 2q8rnsl

... questo è lo stereotipo di base, del "soldato ordinario" Sven ... in una delle sue caricature, perchè essendo poliedrico quanto estroso, ogni avventura lo porta a cambiamenti notevoli ... dopo tutto è stato in ogni nazione coinvolta dalla pazzia nazista e deve oggettivamente mostrare la sua personalità "camaleontica" di saper comunicare al lettore dove si trova sul racconto ... e soprattutto ......... cosa sta facendo a modo suo, perchè lo Sven non è convenzionale e neppure scontato, è imprevedibile per natura ...  cheers

Il romanzo breve, ha la stessa scorrevolezza del libro più impegnativo. Riesce, velocemente, nel catturare l'attenzione e portare alla fine anche il più frettoloso lettore che ha difficoltà di concentrazione.

.oggi, l'esistenza è motivata dalla frenesia e il movimento si è contratto stressando chiunque ha perso la capacità dell'osservazione, come del raccomandato, ascolto.

Chi non comunica sta abbreviando la sua vita!

............ lo sapevate?

.


Ultima modifica di Sven Hassel il Gio 26 Mar 2015 - 21:00 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyLun 23 Mar 2015 - 20:52

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..... l'immagine comunica attraverso la forma e ognuno recepisce il messaggio contenuto

... questi sono semplici disegni di figure militari germaniche in posizioni di relax

Il modellismo non è il pane quotidiano. 2vnp841

... con una sola figura armata ...... sembra banale la differenziazione tra i due temi, eppure è ciò che vedete

.............. in questi disegni ho messo maggiori particolari per dare azione (si chiama comunicazione creativa)

Il modellismo non è il pane quotidiano. Ac8uxk

... osservando (che non vuol dire guardare e neppure vedere) si entra nel campo della comunicazione scritta e verbale, perchè nella parola si costrisce il dialogo, si "crea" quanto s'intende effettivamente comunicare

....... questa vignetta getta letteralmente l'osservatore in un'altra epoca, in un altro mondo

Il modellismo non è il pane quotidiano. Vc5k3

... passando velocemente da una sensazione a un'altra di carattere completamente diverso

Il modellismo non è il pane quotidiano. 2ps0m88

.......... cosa intendo dimostrare?

Semplicemente l'analogia fra la comunicazione attraverso le immagini e la comunicazione verbale. Quando si legge, "erroneamente" ci mettiamo molto del nostro sul testo, è un vizio derivato dalla scorrettezza culturale (dove si aggiunge, si altera e si modifica) immediatamente NON quello che non piace, ma solamente quanto non si conosce.

... abbiamo la tendenza di opporci a qualunque cosa NON conosciamo ... si dice che l'intelligenza di altri da fastidio, unicamente perchè diventa l'offesa per quanto non sappiamo ...

Ogni qualvolta sbuffiamo, o proviamo fastidio per qualunque cosa, non la conosciamo .... è la nostra ignoranza che protesta, che ci ricorda che quella cosa per noi è completamente ignota.

...... un creativo spazia con naturalezza, senza blocchi di comunicazione, fra soggetti differenti senza nessuna barriera

Il modellismo non è il pane quotidiano. 2vwusud

Gli esempi citati con le immagini, conducono ovviamente sulla base della parola e da questa direttamente sul poter comunicare senza ostacoli, vale a dire con la scioltezza d'entrare direttamente in un contesto verbale senza impedimenti, nè sciocche paure di non sapere cosa dire.

.... non ultimo particolare, facilmente identificabile, è il colore caldo rispetto al colore freddo del bianco e nero .... che si equipara con il tono verbale ..... le stesse parole dette con tono aggressivo sono ascoltate diversamente dalle stesse identiche parole dette con un tono benevolo ... identiche, ma seguite e recepite con un cambiamento di "colore" ... come le tavole sopra ....

.la comunicazione non è dare aria alla bocca.

................. è un po come il modellismo, solo che lo stesso soggetto passa da mani inesperte a mani esperte cheers la parola è un dono dato a chiunque, l'uso corretto a pochissimi  affraid ma si può migliorare volendo.

lol!

.


Ultima modifica di Sven Hassel il Gio 26 Mar 2015 - 20:57 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyGio 26 Mar 2015 - 9:55

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La storia presunta.

Se si parte che una verità è semplicemente un accordo di gruppo, sono diventati un fatto riconosciuto anche gli UFO. Gli avvistamenti hanno segnato le cronache storiche con le testimonianze di Plinio il Vecchio a Pompei prima dell’eruzione vulcanica che la distrusse, un semplice accordo di un’osservazione di gruppo per un fenomeno visivo.
Un sentito dire qualsiasi, se non verificato e controllato, diventa in breve un fatto che può ritenersi vero. Smentito diventa falso ma, attenzione. Anche la smentita se non è accordata e sostenuta, non potrebbe essere provata. Quindi tutto diventa relativo, ovvero opinabile.

Come la storia.

La storia è la somma di accordi su fatti realmente accaduti e “raccontati” da cronisti contemporanei d’accordo o in disaccordo tra loro, infatti, prevalgono sempre versioni contrastanti sui fatti riportati, come mai, se la verità è una sola? In effetti, chi dovesse sostenere una sola versione sarebbe un pazzo riconosciuto dentro un universo dualistico. Non esistendo gli assoluti in questo nostro universo, chiunque può dire e sostenere che gli asini volano e se lo fa coinvolgendo i media, il fatto può essere fatto passare per vero.

Chi assume la “storia scolastica” dovrebbe anche sapere che beve da una coppa adulterata, perché una nazione corregge se stessa adulterando ad arte i suoi precedenti fallimenti, nessuna verità che scotta può essere riportata a beneficio di nuove generazioni se si intende nascondere a queste progenie l’arte degli inganni.

Il Fascismo usò i gas per lo sterminio di massa in Etiopia. Debra Brehan, l’uso dell’Iprite, 1939. Debra Libanos, 1937 è stata usata l’Iprite … in tutto si contarono 300.000 vittime. Eppure la controparte dell’esercito fascista non disponeva di maschere antigas. La verità, anche in questo caso dove si trova?

I romani martirizzarono i cristiani, è vero oppure abbiamo visti troppi film e bevuto delle cronache precedenti falsate a bella posta? Oggi “sappiamo” attraverso fonti storiche la ricostruzione di molti eventi accordati o falsati da poteri che ne intendevano la manipolazione dei fatti. Nuovamente ascoltiamo doppie versioni su tutto quanto accade e difficilmente riusciamo nel percepire una realtà effettiva, ma sempre delle semplici opinioni. Vanno considerate degne d’essere messe all’attenzione pubblica delle situazioni fondamentali, che possono inficiare o solo infastidire una o l’altra parte, dove le maggiori pressioni esercitate portano l’ago della bilancia a pendere dove si vuole.

Così la storia conosciuta dal 97% dei creduloni non rappresenta nessuna cronologia sui fatti riportati ma soltanto un brodino propinato per una sorta di creduloni seduti sui banchi di scuola, poi in quelli delle superiori come nelle Università dove, in pochi potrebbero avanzare proteste ascoltate sulle bufale imposte dai presidi delle facoltà controllate dai governi. Oggi un adulto qualunque sa e conosce quello che gli hanno fatto credere.

In un sociale intorpidito da un bombardamento mediatico senza sosta, indotto a dover assistere giornalmente a sfaceli improvvisi, terrorizzato dalle cadute in borsa, da stati confinanti ridotti sul lastrico, nazioni in lotta per delle libertà insanguinate, i conti da pagare a fine mese e le attività commerciali in costante caduta libera, credo che a ben poche persone possano lontanamente pensare di cercare la verità su quello che accade. Ecco il trucco usato da secoli in funzione per manipolare il presente dove sta. È’ il caos l’occasione voluta e necessaria per mantenere nell’oscurità il 98% dei fessi da adulterare, l’ignoranza deve saziarsi di quello che sarà scritto e non di quanto effettivamente assiste, come partecipe. Intanto a nessun abissino o etiope ne è stato riesumato il cadavere per un'autopsia, perché cercare una verità o bugia scomoda?

Un certo Jesus nel 320 a Nicea, Costantino il Grande lo “promuove” a figlio divino. Dopo tre secoli, e prima cos’era, figlio di nessuno? Sappiamo che i regnanti del passato si autoproclamavano deità in terra per impressionare i popoli sottomessi e sappiamo come ogni religione (leggi conoscenza) si siano adoperate con inganni colossali portando le masse in sofferenze atroci solo per avere ingoiato i veleni degli inganni. Dio stava dalla parte di ogni soldato, in qualunque esercito, da quello americano a quello inglese, tedesco polacco, sovietico o giapponese, l’italiano ascoltava la messa da un cappellano che parlava dello stesso dio, era vero su tutti i fronti o si moriva uccidendo per uno scopo che nessun dio “vero” poteva minimamente immaginare? Sono vere le cronache di guerra?
A parte che sono raccontate dai vincitori e non dai vinti e le nazioni perdenti (come l’Italia) ha preferito introdurre Garibaldi e l’Unità d’Italia come vanto solenne ignorando le tragedie mondiali, per non parlare del Colonialismo. Però il peggio è sempre da accreditare a chi hanno fatto degli sbagli imperdonabili, è comodo. Gli alleati ci hanno liberati dai tedeschi, poi ci hanno indebitati come nazione satellite, ci hanno salvati dal comunismo oppressore con enormi lavaggi del cervello, ma nessuno se ne accorto ed ancora oggi la nazione amica è l’America intrigante.

La storia potrebbe essere diffidata incominciando degli stessi autorevoli storici come colpevoli di crimini contro l’umanità, entrambi sono strumenti adatti sulla manipolazione dei fatti e sapientemente incanalati queste nuove verità presunte diventano della pura saccenza per chi li dovesse acquisire come  imprescindibili fatti incontestati, sempre dimenticando che nessuna verità sussiste se priva dell’accordo di almeno due elementi. Scoperto questo dogma è facile intuire che per una bugia si usa lo stesso principio, e oggi questa proprietà è sulla bocca dello sciocco che ne può fare l’uso a piacere, gli bastano pochi sostenitori per “costruire” l’inganno facilmente fatto passare per verità.

Hitler disse; anche la più grossa bugia, nel tempo diventa una verità. Agghiacciante, ma vera come contorta affermazione.

Nulla è esattamente reale, ma solo un’apparenza alla quale continuiamo a dare l’accordo. Senza la continuazione d’affermare una qualsiasi definizione assegnata, anche una foglia di fico si dovrebbe ricatalogare dando a questa un altro nome. Ogni specifica definizione è stata accordata assegnandola al soggetto e questo è per forza dell’accordo riconosciuto che si mantiene tale.
La storia dell’umanità è presunta da chi l’ha voluta tale, com’è stata descritta e che questo sia un dubbio evidente di plagio lo provano le cronache storiche di ogni paese conosciuto, o l’ultimo insediamento umano sperduto nel nulla. Ognuno possiede una sua personalissima versione tramandata come verità accordata.
Chi si oppone su qualsiasi versione storica è in definitiva un saccente appiccicato a una sua presunzione personale. Libero di farlo, come di passare per visionario, se continuasse nell’ignorare un sistema dualistico, dove nessuno possiede la verità assoluta.


Proprietà personale. Archivio n° 321.                                                    14-5-88

DG

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyDom 29 Mar 2015 - 19:50

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....................... il modellismo non è il pane quotidiano ... non può esserlo per nessuno, perchè sarebbe riduttivo, stupido e sciocco ... anche un bambino deve crescere per diventare un adulto ... l'intera umanità procede in una sola direzione e come ho scritto molte volte, va semplicemente in AVANTI ... chi cerca di opporsi a questo immenso movimento, che è l'Universo stesso, si cristallizza nel suo passato, rimane annegato nel vomito di se stesso ...................... ho usato spesso anche il termine: un treno da prendere al volo. Per l'appunto, indicando che ristagnare in attesa sul marciapiede di una stazione, è da stolto e la stazione indica il luogo di transito, un punto di partenza e poichè possiamo essere, e fare qualsiasi cosa ... diventa da imbecilli farne una sola .................. cosa significa "annegare nel proprio vomito?"

Vuol dire, una persona ottusa. Un fallito con i paraocchi, uno che si è bevuto il cervello.

.... tutti coloro che hanno letto e seguito, con attenzione i vari passaggi precedenti, in accordo con i testi o no, coloro che ne hanno afferrato il senso informativo, specie in un periodo dove l'attenzione pubblica è bombardata da notizie "demenziali" può tranqullimente fingere di sentirsi estraneo, una specie di privilegiato immune al comune sociale e posso affermare che si sbaglia! Nessuno, e dico nessuno, può ritenersi estraneo, invulnerabile, intoccabile, del caso che non risparmia nessuno, anzi, si accanisce proprio dove meno lo aspetti ... ma che cos'è il caso? E' l'impropria definizione data alle nostre paure che richiamano addosso quanto temiano di più ....

Lo sfigato di turno chi è?

E' uno che la sfiga la cerca e persiste nelle sue attività sinistre, perchè non può farne a meno!

....... cos'è una persona "normale"?

E' un perfetto integrato in un sistema che lo stritola!

... cos'è una persona libera?

E' nella condizione di dire, comunicare, esternare, la sua personalità, senza nessuna barriera!

............................................................................................................................................................

In conclusione di questo thread, stando sempre nel campo modellistico, che ha molte estensioni e non è solo focalizzato addosso a un soggetto, per forza motivo di discussione, una sfaccettatura sulla comunicazione è la narrativa dove detto fra noi, mantiene il cervello vigile e la mente attenta a trecento sessanta gradi.

Il seguente racconto breve, si articola in due metà. Modellisticamente, costruito su pochi personaggi, scorrevole e poco impegnativo da leggere. Riservato, ovviamante, a chi sanno ancora leggere un testo.

Già, non so se lo sapete, ma ..... chi non supera la seconda o la terza riga, e si compiace di se stesso, è diventato uno che di treni un corsa non ne prenderà mai.

...........................................................................................................................................................

Dialogo nel deserto ……

Quaranta giorni nel deserto, senza riferimenti, senza incontrare anima viva, neppure uno scorpione, neanche dell’acqua e la poca da bere, la raccolgo succhiando uno straccio intriso di rugiada. Confido e prego nella gloria del Signore, l’unico Dio degli uomini. La sua meraviglia è nelle sabbie roventi e nelle notti stellate, in cui il firmamento esplode nella magnificenza incommensurabile della sua creazione ed io, piccola cosa, m’inchino prostrato nella fatica dell’esistenza.
… al riparo dal sole a picco, sotto un anfratto roccioso all’ombra, poco lontano dalla pista battuta dalle carovane cariche di beni di commercio, aspetto le ore del tramonto e la notte per continuare il cammino delle scoperte. Il senso della vita, almeno per me, si trova in ogni giorno, in ogni scoperta come fosse l’ultima lasciando il passato dov’è accaduto … non evito i miei simili, ma preferisco la solitudine in cui ogni azione è concentrata in me …
Mi sono inoltrato pieno di fiducia in quest'arida pianura arroventata come una fornace affidando il mio corpo al Signore mio Dio benedetto nella sua grandezza. Cammino trascinandomi da molti giorni, forse più di ottanta e alle volte mi sembra di riconoscere un punto già visto, come se girassi in cerchi viziosi, la radice secca di quel che resta di un ceppo, l’ho già vista settimane fa. Prego Dio tutto il giorno e Lui mi sorregge le stanche membra, senza di Lui, l’onnipotente creatore del cielo e della terra, che misera cosa sarebbero i suoi devoti figli. Anche se molti, lo ignorano preferendo altri dei e peggio adorando idoli pagani.

… le stelle sono uno spettacolo straordinario e una guida sicura sulla terra, senza di loro il cammino retto diventa impossibile. Le stelle guidano i miei passi, come io guido me stesso in quel che cerco … l’incontro con una fonte in un deserto non è fortuna ma intuito e l’intuito deriva dalla scienza dell’osservazione. Molti si accontentano di vedere senza sapere che sono mezzi ciechi. Fra il vedere e saper osservare, dipende l’esistenza di un uomo, specie se s'inoltra in terre sconosciute. Un territorio desolato contiene più vita di un’oasi circondata da carovanieri … una traccia rivela il passaggio di un serpente e un’altra la presenza di scorpioni velenosi … una pozza d’acqua è fatale se inquinata da una carogna … il sole è il peggior nemico da temere, ti prosciuga e poi ti uccide nella pazzia …
Sono stremato, esausto, sfinito, fra quelle rocce un riparo dai raggi infuocati mi darà una nuova speranza. Devo arrivare pregando il mio Dio misericordioso.

… chi sei che borbotti parole senza senso? Bruciato dal sole con abiti a brandelli? Uno stolto che cammina a mezzogiorno cerca la morte in preda alla follia, o hai solo perso la via? Chi sei dunque …
Cerco un poco della stessa ombra che ti ripara dal sole. E sono un umile viandante pacifico in un deserto ostile. Se tu sei un nemico non mi fai paura, ho il mio Dio che mi protegge e mi assiste come un figlio prediletto.

… buon per te, con una simile compagnia che non vedo, non mi pare che ti assista bene come dici. Al contrario se resti ancora sotto il sole a picco, senza metterti al riparo all’ombra … quella compagnia di cui parli dovrà fare a meno di te … poiché, come suo figlio, dovrò seppellirti … siedi e bevi dell’acqua, ne hai bisogno …

Non ho acqua, da settimane di notte raccolgo la rugiada in una pezza di lino e la strizzo all’alba dissetando la mia sete.

… dalle tue parole, capisco che attraversi un deserto senza conoscerlo. Sei molto stupido più che coraggioso. Tieni, bevi la mia acqua, ne ho quanto basta per tutti e due …. Però fallo adagio, piano a piccoli sorsi, altrimenti il tuo stomaco infiammato si adirà dandoti lancinanti dolori …

Sei un cerusico, un medico, uno stregone?

… che dici? Ho soltanto attraversato decine di deserti e incontrato troppi incauti viaggiatori mezzi morti di sete ...
Ti credo e lo vedo dal tuo aspetto sereno, hai la pelle unta, gli abiti in ordine, i calzari quasi intatti, hai con te l’acqua, dove l’hai trovata? Questa è addirittura fresca di fonte, è una magia, sei un miraggio, un diavolo del deserto?

… hai strane idee nella testa straniero. La fonte è tra le rocce, a due passi da te … forse tuo padre è distratto e trascura il suo figlio prediletto. La mia pelle è unta per evitare scottature, i miei abiti in ordine come i calzari perché viaggio dal tramonto alla mezza notte, quando la temperatura favorisce il mio cammino … poi riposo al riparo. Nessun sano di mente attraversa una fornace in pieno giorno …

Sono partito da Harnak, credo un mese e mezzo fa, e sono diretto a Fallkudt, a est da Smirne.

… ma è un tratto di deserto da percorrere in quattro, cinque giorni. Non puoi avere perso la via girando per settimane in tondo senza incontrare anima viva. Con che strumento ti sei servito per dirigerti?
Ho confidato nel Signore mio Maestro, colui che guida i popoli sulla terra.

… bevi adagio, stai vaneggiando, confondi l’acqua con del vino … il sole ti è andato alla testa e forse dovresti riposare qualche ora … tieni, sono foglie di menta e bacche di ginepro, ti aiuteranno a liberare le impurità del corpo e lenire i sintomi della disidratazione … mastica adagio …

Il Signore sia benedetto per averti mandato sui miei passi, gloria all’altissimo creatore del cielo e della terra, grazie dal tuo umile figlio prediletto.

… tieni e mangia, è carne buona … fa con calma ne ho per entrambi … magari mi parli di questo tuo signore, grande costruttore di cieli e deserti … ho ascoltato la gente del Giordano, giù nella bassa Palestina, altri che si davano all’unico dio in cui credevano, ignorando volutamente gli dei adorati da altri popoli, come se fossero gli unici beneficiari di una verità assoluta … mastica adagio, non ti strozzare …

Hai bestemmiato il mio Signore. Potrebbe incenerirti con la folgore all’istante.

… certo, però calmati e mangia … bevi un pò d’acqua … tranquillo, non cade nessuna folgore e nessuno andrà in cenere …
Come fai a dirlo, il mio Signore è potente. E’ dappertutto in ogni cosa e sente e vede in ogni angolo del suo mondo. Tu non puoi offenderlo senza causare la sua ira. Ha mostrato la sua potenza sulle mura di Gerico, sull’intero Egitto e prima distruggendo le città di Sodoma e Gomorra.

… si, si , sono antiche leggende, anche le meno adatte per l’educazione popolare … città distrutte da dei scesi dal cielo perché offendevano un dio spietato, ottuso e sordo per la libertà di un popolo. Se ti riferisci a un dio come questo, scontroso, permaloso, irascibile e violento. Capisco il tuo abbandono per settimane nel deserto … devi averlo veramente offeso per una simile punizione, hai rischiato la morte anche senza fulmini e saette …

Sono sbigottito. Nessuno ha parlato come te di Dio. Chi sei, chi sono i tuoi dei pagani? O sei davvero un diavolo del deserto incontrato per dannarmi?

… sono un uomo, come te, uguale a migliaia di uomini e se devo proprio credere in qualcuno, da qualche tempo ho scelto di credere in me. Lascio gli dei, pagani o assoluti a chi li cerca per adorarli. Non sono neppure un diavolo del deserto. Non esistono diavoli, se non li metti nella testa delle persone sciocche. Solo chi ripone la fede in altri ascolta simili sciocchezze. Chi crede in se stesso non da ascolto a nessuna altro, tanto meno a degli dei immaginati …

Tu bestemmi nuovamente. Se il mio Dio si presentasse in tutta la sua magnificente gloria cosa faresti?

… sarebbe un degno evento da vedere e sarebbe la prima volta che uno degli dei si potesse manifestare a due singolari individui, neppure d’accordo fra loro, imponendo la sua presenza e per quale motivo? Soddisfare te e magari folgorare me per non onorarlo? Sai cosa significa sapere e credere? Puoi rispondere se vuoi …

Certo che so! Sono istruito e conosco il libro sacro degli ebrei.

… bene. Sai quanto hai ascoltato da altri e non quanto hai di persona. E credi in quello che altri prima di te hanno creduto da altri credenti. E’ facile, il cammino sul sentiero tracciato da altri viandanti, lo segui sicuro d’arrivare a destinazione, è fin troppo facile indicare piste da seguire, specie a chi non sa dove dirigersi … tu stesso, hai camminato a tuo rischio e pericolo per settimane con l’unica pista da seguire perso sotto il sole cocente …

Di che pista parli, non capisco?

… la pista di un padre illuminato che guida il suo figlio prediletto. Lo pregavi quando sei giunto da me, assetato e senza forze. Dimmi, è stato il caso che ti ha portato qui? Sono state le tue preghiere, le faticose settimane di cammino girando in circolo in un fazzoletto di terra, l’istinto di sopravvivenza o altro? Rispondi se vuoi …

Mi confondi ma rispondo sicuro di me. E’ stato il mio Signore a guidare i miei passi.

… certo, come no. Gli stessi passi trascinati per settimane … per un viaggio di pochi giorni. Non potevi usare le stelle come guida? O la posizione del sole? Porti certamente una bussola con te …

Non so di che cosa parli, ho solo chiesto la direzione per Fallkudt e sono partito con un otre d’acqua e cibo in abbondanza.

… hai dimenticato il tuo dio e signore … per invocarlo dopo settimane si sabbia e calore … siete strani voi credenti, affidate voi stessi al niente pretendendo assistenza e conforto. Scusami e non ti offendere, ma non sarebbe meglio affidare tutto quel che siamo mettendolo completamente nelle nostre mani? Se sbaglio, l’unico da rimproverare lo trovo in me … se manco verso altri, sto mancando prima verso me stesso … se cerco d’ingannare qualcuno, inganno prima sempre me stesso … e se devo avere della fiducia, non è meglio concederla a me stesso? Ti sei chiesto perché ti ho accolto senza nessuna diffidenza? Eppure il tuo aspetto era tutt’altro che rassicurante, potevi essere un assassino in fuga, un ladro …

Non so chi sei, sei diverso da me, parli come uno sicuro di sé, sei un dotto, forse un sapiente sacerdote, uno difficile da capire, uno senza dei … senza fede … che incontro nel nulla e che forse sei solo un’illusione, un tormentato miraggio. Un’altra prova inviata dal mio Signore e Dio benedetto.

… secondo te sono uno senza fede, eppure sono nel mezzo del deserto, al riparo, con acqua e cibo per un ospite imprevisto so, dove mi trovo e che direzione prendere guidato dalle stelle, e questo dipende dalla fiducia che mi sono dato … tra un’ora, se vuoi partiamo verso Hochkulmd, vuoi chiedere al tuo dio la via o seguire i miei passi. Se lo farai, dimostrerai che ti fidi più di me che del tuo magnifico signore padre, una difficile scelta …

Non ti seguirò. Il Signore mi ha portato alla fonte, riempirò l’otre e andrò a est per la mia strada.

… Fallkudt si trova a sud e ti sei spinto molto a nord, la città più vicina è Hochkulmd, a sette giorni di cammino. Sei indebolito dai digiuni forzati, lacero e incapace di orientarti, se cerchi la morte nel deserto, non ti sarà difficile incontrarla …
Pregherò per darmi coraggio, il Signore mi aiuterà. Con lui non ho bisogno di niente e tanto meno della tua compagnia, meglio da solo che male accompagnato.

… fa pure la tua scelta, quella lassù è la prima stella della sera, seguila e ti porterà a Hochkulmd …

Devo raggiungere Fallkudt, dimmi quale stella seguire.

… sono venti giorni di cammino, oltre i monti alti, dove la temperatura brucia le pietre arroventate, niente acqua, solo scorpioni e tarantole velenose, tu sei un pazzo, un invasato folle del tuo dio … segui la direzione tenendo sempre a destra la stella più luminosa … e cammina solo di notte …

Aspetta, non mi dai un pò di cibo? Non ho niente da mangiare.

… potrei darti la parte che avrei condiviso se tu mi avessi seguito, la metà che ho nella sacca, ma non ti darò nulla, sei deciso per un suicidio e non ti serve la pancia piena … ti sfamerò soltanto se seguirai i miei passi, non credi che il tuo dio ti abbia condotto da me per uno scopo preciso? Smetti d’invocare false speranze e per una volta da retta al buon senso. Io sono reale e non sono un miraggio … se non ti va la mia compagnia, segui le impronte dei passi sulla sabbia stando lontano, non ti perderai …

Ma tu sei diretto dove non vado io.

… dove andare, lo devi decidere da solo … o scegli la vita o la morte, addio credente perso nel deserto …

Signore, mio grande padre, Dio degli eserciti e creatore del cielo e della terra, aiuta il tuo figlio prediletto, guidalo sicuro nel deserto, invoco la tua immensa misericordia pregando in ginocchio, ignorando le offese ascoltate dallo straniero senza fede, un uomo spregevole, troppo sicuro di sé, avaro ed egoista mi ha privato di una parte del suo cibo. Anche la stella che mi ha indicato in mezzo a mille non la trovo, aiuta i miei passi incerti, ti prego in ginocchio.

… il suo dio gli ha indicato la giusta via, da due giorni segue i passi sulla sabbia … e l’orgoglio lo allontana dal mio cibo … la sua fede lo consuma nella fame …

Aspetta straniero, non riesco più a reggermi, ho fame, aiutami ti prego, sto morendo di stanchezza, abbi pietà di un uomo disperato.

… mancano due ore alla mezzanotte, continua a seguire le mie tracce … quando mi fermerò, ti darò cibo e acqua e riparo per domani … io ti precedo di buon passo, in ottima salute e nella giusta direzione … vedi, guarda, la stella più luminosa è davanti a noi, devi solo camminare …

Sei ingiusto e persino crudele straniero, non hai nessuna pietà per un uomo afflitto dalla stanchezza.

… io vedo solo uno straccione caparbio, privo di amor proprio, che dice una cosa e ne pensa un’altra, uno smidollato che tradisce il suo signore dio, un uomo incapace di seguire una stella, che pensa di bere acqua per nutrire lo stomaco. Che mi ha seguito di nascosto per non mostrare l’assennata decisione di non morire nella sabbia, pieno di dei e signori che preghi inutilmente, ridotto a chiedere implorando un boccone di pane nero … vieni dunque, adoratore del nulla, intingi questo pane nel sugo di coniglio, il deserto non così privo di vita come credi …

Grazie straniero, il Signore benedirà la tua generosa offerta e premierà la tua esistenza con un futuro radioso. Aiutarmi ti rende degno della gloria infinita di Dio creatore.

… basta con le sciocchezze, mangia e bevi, sta zitto e con questo grasso animale, sfrega con dolcezza la pelle del viso, sta cadendo a pezzi e poi cerca di dormire perchè, dove ci sono conigli non mancano predatori affamati …

Cos’è questo urlo disumano? Un diavolo del deserto? Dio mio proteggimi, non sono pronto per morire.

… taci fifone, non ci sono diavoli, è solo un leone di montagna affamato in cerca di cibo … il fuoco lo terrà lontano ed io veglio su di te al posto del tuo signore dio …

Ti piace canzonarmi, ti fai gioco del mio Dio, sei cattivo e non temi la sua collera, chi sei dunque, straniero?

… il mio nome è Arn di Ghoto e sono giunto dal profondo mare, da una terra lontana bagnata da un oceano, un mare infinito che neppure immagini … troppo immenso per credere che un dio, uno solo possa avere creato continenti bagnati da acque a perdita d’occhio … hai viaggiato per deserti che a paragone degli oceani sono solo piccoli isolotti sulla crosta della terra, tu credi in un dio e non conosci neppure una piccolissima parte del mondo che calpesti, sei solo un invasato credente, uno dei tanti folli innamorati di un dio altrettanto impazzito …

Taci, taci, insolente arrogante, non sai quel che dici, se ce un uomo pazzo sei tu che invochi la furia divina. Ascolta il furore della belva affamata, è la manifestazione del Signore sceso nel deserto per punire la tua rabbia.

… rabbia, insolenza, arroganza, pazzia, parole senza senso uscite dalla bocca di un uomo salvato da un altro uomo, soli nel deserto sotto un manto infinito di brillanti stelle … e ora ti dimostro come si affronta un inviato del tuo vendicativo dio …
Che fai? Dove intendi andare? Perché prendi una torcia? Non lasciarmi solo, ti prego non andare.
… non vado da nessuna parte, è lui che viene da me …

Chi viene da te, in nome di Dio? Chi sta arrivando?

… l’hai detto tu, che il tuo dio si manifestava in una belva affamata che reclama un pasto ed io sono qui che lo aspetto …

Ecco la belva, ecco il ruggito, fuggi, siamo perduti entrambi.

… taci, ha soltanto fame, come l’avevi tu prima di riempire lo stomaco … vieni leone, vediamo chi ha paura dell’altro … vieni vicino o preferisci che sia io a camminare verso di te? Hai più paura del fuoco o degli uomini? Mostrami il tuo coraggio, della torcia posso farne a meno … siamo due creature libere di decidere il nostro destino e il mondo intero ci appartiene senza nessuna ragione per farci del male … decidi il tuo futuro, il mio lo conosco …

Hai parlato alla belva, ti ha ascoltato e se né andata. Sei un diavolo del deserto, non lo negare.

… e tu lo sciocco che non ringrazia per avere salva la vita. Ho soltanto dimostrato al leone di montagna di non temere i suoi ruggiti e di non avere paura di lui … sono animali aggressivi se attaccati, e se sono affamati, assaliscono in silenzio, senza urlare la presenza. Questo animale voleva mettersi in mostra su di un territorio di caccia che intende difendere … il deserto è come la vita e insegna sempre qualcosa. Tu hai visto un leone e un uomo in un confronto alla pari e nient’altro. Se lo racconti, nessuno ti crederà …

Il mio nome è Kuelkullg e sono originario della bassa Anatolia, i miei genitori erano esuli palestinesi scacciati dai romani. Il Dio d’Israele è il mio pastore e non c’è altro Dio all’infuori di Lui.

… hai appena pronunciato una frase che potrebbe costarti la testa. L’arroganza di un popolo con la pretesa d’essere il prescelto da una divinità è come la mangusta che attacca il cobra, due nemici mortali che lasciano l’altro in fin di vita. Non credi di mancare di rispetto ad altre credenze? Non provi vergogna per la tua ignoranza? Credere ciecamente in una fede impedisce la conoscenza di altre, non hai pensato che una fede religiosa è una trappola perfetta per catturare una parte dell’umanità? Come spieghi un numero infinito di credenze per ogni popolazione, che necessità ci sarebbe se in una ci fosse la verità di inventarne altre …

La mia è la parola di Dio onnipotente. Lui si è manifestato al mio popolo è l’ha scelto sovrano sulla terra per marciare vittoriosi con i nostri eserciti.

… mi risulta che il tuo popolo prediletto, le battaglie le ha finora perse e la causa di migliaia di morti sacrificati in fiumi di sangue è stata la presunzione di possedere un unico dio senza nessun rispetto per gli dei di altri … non vi battete per razziare o conquistare nazioni, vi scagliate contro chi la pensa diversamente dal vostro credo …

Non è vero e un giorno la nostra nazione crescerà camminando su tutta la terra e i nostri eserciti saranno invincibili. Tutti saranno sottomessi alla potenza divina e nessuno oserà più parlare come te.

… il tuo popolo non ha incontrato nessun dio sceso in terra, ha solo cercato una deità quando ha capito di non averne nessuna. E’ successo quando il tuo popolo è uscito dal Sinai entrando in Egitto e ancora prima quando ha visto le meraviglie di Babilo, lì vi siete accorti d’essere pecorai arretrati, senza cultura storica, senza neppure le vostre origini, senza terre come nomadi erranti e senza quegli dei che a parer vostro contribuivano alla grandezza di nazioni … come vi siete sbagliati lo dovete alla vostra ingenuità, alla ristrettezza di vedute che non spaziavano oltre un piccolo deserto, dove l’esistenza scorreva contando gli   armenti, tosando pecore e mungendo capre riparati da tende e non dentro palazzi … quando avete incontrato le città, i grandi monumenti, i verdi giardini di Babilo con l’acqua che scorreva come fiumi, avete pensato e capito di non essere niente. Dei fieri pecorai, nomadi da generazioni, tormentati dalla sete, dalle razzie di bestiame da parte di bande ladrone, all’improvviso vi siete accorti che per diventare come altri individui vi mancava la cosa più importante e qualche folle non ha pensato a qualche deità in mezzo a tante. E no! Il più pazzo di voi, certo un’autorità, ha pensato all’unico dio, a un dio degli dei, l’unico vero dio.

Taci, taci, sono parole che non avresti il coraggio di pronunciare in una nostra assemblea, saresti lapidato e trucidato all’istante.

… non lo farei nel rispetto di ogni religione. E non sono stupido da aizzare dei cani arrabbiati non appena contraddici una fede. Che parola divina è quella data a un popolo che uccide altri popoli non appena un modo di pensare offende l’altro? La tua fede, il tuo dio, sono completamente entrambi indifferenti nella fiducia che ho riposto in me. Non temo nessuna corrente deista, non ho nulla contro ciò in cui non credo, rendo conto a me stesso della mia azioni e se sbaglio pago i debiti. Capisci l’enorme differenza che passa tra noi due? La mia nazione sono io. E tu per essere qualcuno deve appartenere a una nazione …

Ma noi governeremo il mondo, il Signore mio Dio l’ha detto.

… siete stati scacciati dalla Palestina dai romani, avete perso ogni battaglia insieme alla pastorizia e gli armenti, siete braccati e malvisti come appestati, evitati come inaffidabili, assassini per vendetta e se il mondo fosse vostro che ne farete? Dopo averlo completamente distrutto, tornereste a pascolare capre in un deserto più arido? Rendete il male che ricevete, è nella vostra legge: occhio per occhio, dente per dente. Non ce pace nel tuo popolo, solo un odio secolare supportato dalla sciocca presunzione d’essere superiori ad altri …

Tu parli da sfrontato. Tra noi due il presuntuoso sei tu non io.

… lo sfrontato, come hai detto, ti ha salvato la vita già due volte, dandoti un ricovero, del cibo, acqua e una pista da seguire …

Ti ho seguito perché mi hai negato il cibo, mi hai lasciato a morire di fame e di sete.

… stupido uomo, non ti ho dato metà del cibo per impedire che il deserto uccidesse la tua testa dura … sapevo che mi avresti seguito e se ti avessi lasciato da mangiare il tuo folle proposito di andare a sud ti avrebbe ucciso … ora alzati, è l’ora di riprendere il cammino con la stella luminosa …

Come fai a fidarti delle stelle, sono in movimento perenne nel creato, non puoi contare su di loro?

… perché le vedi da una prospettiva sbagliata … non sono le stelle a muoversi, ma la terra su cui cammini … è il tuo mondo che volete conquistare e che neppure conoscete che ruota su se stesso …

Non può essere vero, se così fosse, me ne accorgerei.

… no, perché anche noi ci muoviamo con la terra calpestata … tu credi che il sole sia immobile nel cielo e la terra ferma, sbagliato, perché allora avremo il giorno perenne o la notte perenne … la terra gira continuamente attorno al sole, tutto l’Universo si trova in un enorme movimento continuo … tu credi nel tuo dio che ha creato il cielo e la terra, un mondo piccolissimo se confrontato con migliaia di migliaia di astri nel firmamento stellato, ogni stella è un sole che brilla e le stelle guidano i marinai che attraversano i mari senza smarrire la rotta … come noi, seguendo la stella fra due giorni saremo a Hochkulmd fuori dal deserto e fine del viaggio insieme …

Conosci molte cose che non so, come fai?

… forse ho semplicemente viaggiato più di te … ora, però, Kuekullg taci, il deserto ha orecchie e non siamo i soli viandanti … alcuni uomini e animali sono accampati sulla nostra sinistra e meno di una lega da noi … una piccola carovana in transito o predoni che aspettano di taglieggiare i malcapitati sulla pista di Hochkulmd …


.segue.

. lol!

.
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Sven Hassel

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Il modellismo non è il pane quotidiano. Empty
MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyGio 2 Apr 2015 - 19:54

.segue la seconda parte e ultima.


Non vedo e non sento niente, come sai che ci sono uomini e animali?

… Kuelkullg, oltre la vista e l’udito abbiamo l’odorato … ho sentito prima l’odore di cammelli, del fumo di un bivacco e di una spezia forte che fumano gli arabi … cammina in silenzio, con un poco di fortuna a metà notte cerco un riparo nascosto per non farci scoprire … la prudenza è la virtù di chi campa a lungo …

L’abbiamo scampata alla meglio, nessuno in vista e domani saremo fra gente civile. Di mercanti o predoni nessuna traccia.

… questo lo dici tu … non si vedono perché cercano le nostre orme. In prossimità di città e villaggi sostano i “dazier” sono mamelucchi del sud arabo che controllano i traffici imponendo gabelle … un’usanza comune per le tribù nomadi stanziate un po ovunque … sono anch’essi senza una nazione e regolano fra loro le diatribe interne con la vostra stessa legge … occhio per occhio e dente per dente … rifuggono dall’omicidio temendo la vendetta degli assassinati, sono molto superstiziosi e in quanto a divinità non sanno da che lato voltarsi …

Non abbisognano molti dei, ne basta uno solo. Uno sopra tutti come il mio Signore grande Dio misericordioso.

… allora chiedi al tuo dio di accecare quel beduino che ci sta osservando … laggiù, oltre le dune a oriente …

Santo Signore aiutami. Se è un brigante, sono perduto, che posso fare? Arn, decidi tu che sai tutto.

… scusa, invochi il tuo altissimo dio onnipotente e chiedi a me cosa fare? Sei davvero ridicolo e puerile citando la tua fede. Non sai neppure decidere per te invocando in continuazione l’aiuto di altri … una ben misera fiducia mal riposta che ti rende zoppo, se non usi un bastone sorreggerti … perché non chiami dio per allontanare la figura che si avvicina? O non da retta al suo figlio prediletto? Ora taci, non dire nulla …

Vi vedo stranieri, ho seguito i passi sulla sabbia e vi trovo seduti all’ombra, un buon riparo e viaggiate di notte.

… ti vedo anch’io, “dazier” e so che non sei solo, ho sentito nell’aria la presenza di un bivacco ieri notte … dove sono i tuoi fratelli? Sotto l’argine dell’audi … o dietro le dune … poco importa …

Chi siete? Tu sembri un signore. Ma lo straccione non è un servo, pare un cane ebreo, una razza schifosa.

… sono Arn di Ghoto, una terra lontana, oltre il mare, in cammino sulla terra … lui si chiama Kuekullg di Smirne, un pessimo viandante che si è perso nelle sabbie del deserto, mi accompagna per un tratto fino a Hochkulmd, poi ognuno per la sua strada …

Haashin, è il mio nome e non sono un (ghazwa) razziatore, sono solo un dazier e a quanto vedo, non avete mercanzie o sacchi di preziosi. Vorrei aspettare i miei fratelli seduto all’ombra, se lo permetti?

… il deserto è di tutti Haashin e mi è rimasto un poco di cibo da dividere e acqua da bere … sei un ospite gradito, siedi e lascia la tua cavalcatura distante … il suo odore si sente a mezza lega …

Non ti piacciono i cammelli?

… mi piace camminare, possibilmente da solo, ma non mi danno fastidio le buone compagnie …
Cos’ha lo straccione? Mi osserva con l’aria spaventata, ha perso la lingua?

… non è spaventato e si chiama Kuellkullg, è rimasto senza acqua e cibo, ha la lingua infiammata e soffre molto, per questo non parla, ma non è muto …

Jaafar e Muslin, ecco i miei fratelli, a quanto vedo l’arco di Jaafar ha colpito un caracal, abbiamo carne fresca per tutti. Vieni Kuellkullg, cerchiamo della legna da ardere.

… scusalo se non parla … ma ti troverà la legna che serve. Sarò felice di accogliere i tuoi fratelli, andate …

Chi sei straniero?

… salute a voi Jaafar e Muslin, mi chiamo Arn di Ghota, in viaggio per Hochkulmd con acqua e cibo e nient’altro …
Salute a te Arn di Ghota. Dove sono Haashin e il tuo compagno?

… Haashin e Kuellkullg, non è il mio compagno di viaggio, l’ho incontrato nel deserto, dove si era perso, stanno raccogliendo legna per cuocere l’animale che hai colpito con il tuo arco … la tua fama di tiratore infallibile ti ha preceduto … smontate dai vostri animali e godetevi l’ombra prima del tramonto …

Se la cena è stata di tuo gradimento e il tuo compagno di poca compagnia, posso chiedere a te Arn di Ghota, se conosci i popoli dei deserti?

… da tempi remoti gli Arabi abitavano questa terra arida e immensa. Terra grande come un terzo dell'Europa, ma poco popolata e in parte desertica a causa della scarsità delle piogge. Gli Arabi impararono a cercare l'acqua in profondità scavando pozzi, ma quando questa talvolta sgorgava da una sorgente, allora appariva l'oasi, stupenda di verde. Il nomadismo pastorale era il genere di vita che tali condizioni ambientali imponevano. Già da duemila anni era stato addomesticato il cammello, la cui adattabilità al deserto è ben nota. Il latte di cammella e i datteri coltivati nelle oasi, dove vivevano pochi sedentari, costituivano il cibo dei Beduini. Alcune popolazioni semi-nomadi coltivavano cereali, legumi e frutta, ma solo se le condizioni climatiche lo permettevano. Queste popolazioni vivevano in stretto rapporto e avevano bisogno le une delle altre. Le relazioni tra di loro erano generalmente pacifiche e di natura economica. Il cammello, animale resistente e veloce poteva portare carichi pesanti. Le carovane raggiungevano le zone più fertili dell'Arabia del Sud, caricavano le merci prodotte localmente e quelle che provenivano dall'India, dall'Africa e dall'Estremo - Oriente per poi rivenderle nell'Arabia del Nord e nel Medio Oriente. I Beduini facevano pagare un dazio per il transito delle carovane sul territorio da loro controllato … e voi siete “dazier” …

Sei un sapiente, Arn di Ghota. Conosci il deserto e i suoi popoli, e dici di avere attraversato il mare che non ho mai visto, com’è questa grande distesa d’acqua salata?

… il mare interno è cento volte la grandezza del deserto e l’oceano mille è mille volte più immenso, si devono vedere per credere alle mie parole … ho attraversato il mare interno come marinaio imparando la navigazione con le stelle … conoscendo dotte persone istruite ho appreso molto da loro per camminare in pace con tutti …

Com’è la tua terra natia?

… verde e ricca d’acqua, boschi, legna in quantità, piogge e inverni bianche di neve, villaggi poveri e signori ricchi, guerre e fame, come in tutte le nazioni attraversate … l’uomo è un folle invasato occupato a inseguire chimere inesistenti … l’umanità si è resa schiava di se stessa …

Parli duro, Arn di Ghota, non temi d’offendere altri?

… non potrei minimamente scalfire la fede di un credente, a meno che lui stesso non coltivi dei dubbi …

Dallo sguardo spiritato, Kuellkullg, non mi sembra affatto, d’accordo con quel che affermi e qual è la tua fede?

… Kuellkullg, sta troppo male, ha febbre e dovrebbe riposare per recuperare le forze e non chiocciare ascoltando quel che dico … conosco poco di lui e non sono curioso …

Noi siamo curiosi, Arn di Ghota, non capita d’incontrare un viaggiatore come te. Sicuro di sé, a suo agio con chi incontra e vorremo conoscere la tua fede, a quali dei hai affidato i tuoi passi?

… di dei che piacciono alle genti, ogni popolo ne ha di suoi e questi dei sorreggono le fede di chiunque presti loro attenzione, sono dei necessari, senza di loro l’umanità a chi potrebbe rivolgersi? L’uomo li riconosce innalzando grandi opere in loro onore fin dalla notte dei tempi e s’inchinano dall’alba al tramonto per ringraziare o chiedere aiuto … senza gli dei, a chi potrebbe rivolgere preghiere l’intera umanità? Ho attraversato nazioni e tutte con i loro dei diversi da altra nazioni … gli uomini non sono mai d’accordo per principio, neppure sulle scelte che dovrebbero unire le nazioni e non dividerle, così ho preso la decisione di rinunciare una scelta che, fra tante, potrebbe diventare un errore … non sono senza dei, perché se devo proprio fare un errore, la colpa non deve ricadere su degli dei ma soltanto su me stesso … ho scelto d’avere fiducia in me stesso …

Sono sconcertato e lo sono i miei fratelli. Nessuno vive senza la benedizione degli dei, chi ti protegge dai maligni, il deserto è pieno di diavoli spaventosi pronti a ghermire l’anima indifesa? Un senza Dio è considerato un’anima dannata, per molti saresti decapitato all’istante.

… tagliare una testa è facile, credere in se stessi è molto difficile e per la maggior parte dell’umanità addirittura impossibile …  voi credete ciecamente negli dei e ben poco in voi, o sbaglio? Senza gli dei, nel deserto pieno di spiriti malvagi, diavoli in agguato, da soli impauriti, senza un dio da pregare, come fareste? Chi accorrerebbe in vostra difesa? Eppure siete mamelucchi nati e cresciuti nei deserti e siete seduti a parlare con me, un senza dio, come mi avete chiamato … soltanto per avere accettato di riporre la fiducia in nessun altra persona o dei, all’infuori della mia unica persona … dovete sapere che avere degli dei è una grande comodità, si possono ringraziare e anche maledire bestemmiandoli, ma diventare il responsabile dei nostri passi, dove il bene con il male si decide da solo … credete sia una scelta facile? Dico, se permettete, nientaffatto facile, anzi fra le più difficili, perché se date la fiducia a voi stessi, allora non la darete mai più a nessun altro … Non stiamo parlando di due lingue, parlo di fiducia, la stessa che avete dato sedendo e dividendo la cena con me, dopo che ho deciso di fidarmi di tutti e tre, di voi spuntati dal nulla, armati e sconosciuti. Assassinarmi nel deserto, con Kuellkullg, chi mai avrebbe punito il crimine? Voi, però, non assassinate, temete l’ira degli spiriti, che tornano per punire i crimini, avete le vostre leggi, seguite le discipline imposte dagli dei …

Sei sicuro, troppo sicuro di quel che affermi. Potevamo essere assassini, mangiare con te, ascoltare le tue parole e tagliare la tua gola.

… ma non l’avete fatto. La curiosità è l’indice dell’intelligenza e chi usa la saggezza, non uccide. Uccidere è facile, dove esistere, è molto difficile ed io sono prudente se mangio seduto con degli sconosciuti … io ho forse scelto la carne migliore e con le mie mani l’ho consegnata, vero? Saporita e gustosa, specie se infarcita da polvere velenosa … ecco la sacchetta, appena dentro la manica nascosta … ne basta poca per uccidere un uomo … il veleno è lento, e solo io conosco l’antidoto … domani a metà giornata, ci guiderete sulla pista di Hochkulmd … giunti là, vi dirò come salvarvi dal veleno … ora, possiamo parlare d’altro …

Straniero, hai contravvenuto alle leggi sull’ospitalità, potrei sgozzarti adesso.

… come ospite ti sei presentato come dazier e sei un ghazwa. I dazier portano i medaglioni del signorato che li autorizza per le gabelle … e tu no! E neppure i tuoi fratelli … che hanno sui cammelli troppe sacche gonfie di saccheggio. I dazier, seppelliscono i ricavati delle tasse e viaggiano leggeri, voi siete dei razziatori e sul fatto di sgozzarmi, morirò soltanto prima di voi, ho ingerito lo stesso veleno … se vuoi la mia testa, perdi la tua …

Potrei farti parlare con il fuoco, ti brucerei lentamente i piedi e mi dirai implorando tutto quello che voglio sapere.

… hai detto d’essere curioso, allora chiedi ed io ti risponderò …

Da subito l’antidoto a me e hai miei fratelli.

… se è solo questo che desideri, l’antidoto si trova a Hochkulmd presso un alchimista, lui ha le spezie necessarie e la formula, ho il veleno e non l’antidoto …

Pazzo assassino, come possiamo fidarci di te ora che ci hai ingannati.

… ingannati, io. In verità ho avvelenato la buona carne cotta che ho inghiottito io stesso … non faccio mai ad altri quello che non farei a me stesso … sapevo perché seguivate i miei passi e sapevo che lo facevate da giorni e non volevate testimonianze della vostra presenza, se fossi stato interrogato dalle guardie del califfo di Hochklumd … non siete beduini e neppure mamelucchi, siete originari dell’Arabia del sud, una magnifica terra verde bagnata dalle piogge che arrivano dal mare … il vostro accento ha tradito chi siete … e se avete lasciato una nazione ricca e civile per un deserto del nord dell’Anatolia, significa che siete stati banditi come indesiderati …

Sei il peggior diavolo del deserto che abbiamo incontrato, non sono certo che tu sia un uomo. Chi sei maledetto spirito dannato?

… mi chiamo Arn di Ghoto. E’ il mio nome … e dico sempre la verità …

Possiamo partire immediatamente, saremo a  Hochklumd domani a metà giornata. Anche prima, salirete sui nostri cammelli e viaggeremo come il vento.

… nientaffatto, il veleno agisce con più rapidità se il corpo si trova a contatto con animali, li dovrete lasciare qui tra le rocce, con i bottini razziati e camminare al passo con me se volete, salva la vita … e poi, come fate i razziatori sulle piste della città, la possibilità d’incontrare le guardie del califfo è certa, dovrete lasciare le armi e fingere d’essere stranieri in viaggio … noi ci saremo incontrati per caso sulla stessa pista …

Non lascerò il mio arco e neppure la mia spada.

… Jaafar, porta le tue armi e farai felice le guardie che aspettano sulla pista … un’ultima cosa, se dormiamo tutti quanti, il veleno rallenta il suo effetto, buona notte, predoni del deserto …

Perché seppelliscono le sacche e le armi? Cosa succede, per l’amore del mio immenso Signore e Dio benedetto? Legano i cammelli e vengono forse con noi? Cos’è la storia del veleno che parlavano stamattina fin dall’alba? Perchè sono spaventati? Ci osservano con odio e ieri sera erano pacifici e sereni, cos’è successo mentre dormivo?

… continua a fingere di non poter parlare, odiano gli ebrei e sono razziatori che fingevano d’essere dei dazier, qualsiasi cosa ascolti anche la più strana, sta zitto e taci, sono pericolosi assassini e solo io posso salvare la tua vita per la terza volta, devi solo tacere, qualsiasi cosa succede devi tacere …

O me disgraziato, Signore mio, salva il tuo figlio prediletto.

… maledetto idiota ebreo, Kuellkullg, vuoi tenere la bocca chiusa o morire nel deserto … non c'è nessun dio che t’ascolta e un solo uomo al quale dare retta … vedi di fare la scelta giusta …

E’ quasi il tramonto, andiamo Arn di Ghoto, abbiamo fretta di raggiungere Hochklumd. Le nostre vite sono nelle tue mani ma, se c’inganni, saranno le mie a strozzarti.

… Jaafar, tu non mi credi ma ti proverò che affermo sempre la verità. Non è mio costume mentire …

Muslin, cammina davanti a noi e fa attenzione alle guardie del califfo, va Hasschin, con Kuellkullg chiudete la marcia. Arn ci ha giocati una volta e non mi fido, può essere un diavolo del deserto, uno spirito malvagio che si muove di notte. Ora siamo nelle sue mani, non appena avrò l’antidoto sul veleno, lo uccido, è una promessa, nessuno mi ha tenuto testa finora e non sarà certo uno straniero dalla parola facile, poi uccideremo lo straccione, non voglio testimoni.

… è l’alba Jaafar, guarda quanto è bella, uno spettacolo meraviglioso …

Cammina cane senza dei, che le folgori dilaniano il tuo corpo e la tua anima nera sprofondi negli inferi.

… sei in collera con me soltanto perché ti ho messo il veleno nel cibo o perché mi sono preso gioco di tre ghazwa con un buon bottino troppo curiosi? Hai visto che non avevamo nulla con noi, potevi ignorarci, non l’hai fatto per non avere testimoni d’averti visto e hai giocato al gatto con il topo con l’intenzione di assassinarci … quante persone innocenti avete ucciso per impossessarvi dei loro averi? Quanti spiriti irrequieti vi stanno cercando per vendetta? Hai visto l’alba Jaafar, e potrebbe essere l’ultima per te …

Lo sarebbe anche per te se ti tagliasi la gola, ora, subito.

… la tua è solo collera e non lo farai, piuttosto, hai mandato avanti tuo fratello sulla pista … sei stato imprudente. La pista è battuta dalle guardie e non hai pensato di marciare nella sabbia … manda Hasschin di corsa e di loro che si portino sulla destra della pista nel deserto … sotto le rocce nere …

Non rimango da solo con te straniero. Hasschin andrà avanti con Kuellkullg ed io ti starò alle costole come l’ombra del deserto. Hasschin, trascina con te il pezzente e se non corre, picchialo forte, raggiungi Jaafar e digli di seguire le rocce nere fuori dalla pista. Fate presto, il sole ha incominciato il suo cammino e saremo presto a Hochklumd.

… dalla posizione del sole siano a un ora dalla città, il punto più facile per essere intercettati dalle guardie del califfato …

Che tu sia maledetto Arn di Ghoto. Cammina e taci. Nessuna guardia mi ha mai fermato nel deserto e tu mi trascini in una schifosa città in cerca dell’antidoto per avermi avvelenato, cammina e taci.

… se sto zitto come posso dirti, che alle tue spalle, ci sono sei cavalieri che ci puntano le frecce dei loro archi … ah, non cercare il pugnale, l’ho preso da un paio d’ore … consegnati alle guardie senza resistenza …

Chi si chiama Arn di Ghoto di voi due?

… sono Arn di Ghoto e lui si chiama Jaafar, un ghazwa assassino … i suoi fratelli con un ebreo di nome Kuellkung, ci hanno preceduti sulla pista per deviare a destra sulle rocce nere …

Li abbiamo catturati e l’ebreo ci ha indicato, dove incontrarvi. Jaafar, sarai impiccato sulla porta del deserto, insieme ai tuoi fratelli e torturato se non dirai dove nascondi le razzie sottratte agli assassinati.
Tu non m'impiccherai e neanche mi condurrai dai torturatori, questo cane straniero mi ha avvelenato e con me i miei fratelli, se non avremo l’antidoto entro sera moriremo ridendo di voi senza rivelare il nascondiglio del nostro tesoro.
Cos’è questa storia del veleno? Ne hanno parlato anche gli altri tre che abbiamo fermato. Chi vi ha avvelenato?

… nessuno ha avvelenato nessuno … li ho ingannati per impedire che ci ammazzassero quando ci hanno scoperto nel deserto, non volevano testimoni. Ho fatto credere di avere avvelenato la carne del caracal mangiato per cena e di trovare un antidoto in città … facendo lasciare i cammelli e i bottini a un giorno da qui. I cammelli legati indicano i bottini sepolti …

Jaafar, tu e i tuoi fratelli siete stati troppi anni nei deserti e vi siete bruciati il cervello per bere una fandonia così stupida. Lo straniero vi ha giocato abilmente, ha persino fatto cambiare la direzione sulla pista mandando i tuoi fratelli e l’ebreo dritti nella nostra postazione da dove si osserva l’uscita del deserto. Potevamo non vedervi fra le dune, dove la pista si nasconde in parte. Arn di Ghoto, sei un abile stratega e un signore del deserto a guardarti, i tuoi abiti in ordine, riposato, la pelle unta, non hai armi e sai dirigerti con sicurezza.

… ti consegno il suo pugnale. Glielo tolto mentre parlava e non si è accorto … le armi non servono, dove la parola può uccidere …

Mentitore spergiuro, sporco bugiardo, hai detto che dichiaravi sempre la verità, mi hai ingannato fin dalle prime parole pronunciate.

… ho risposto alle tue menzogne, sei tu quello che si è presentato raccontando bugie, fingendo curiosità e ai curiosi si può dire quello che vogliono ascoltare e tu e i tuoi fratelli potevate scegliere se credere o no … io ho ripagato con la stessa moneta chi con l’inganno mi avrebbe tagliato la testa … è stata una partita, un gioco, dove perdere e vincere, alla fine è stato il premio. Tu e i tuoi fratelli avete perso, le anime assassinate vi hanno portato sui miei passi … potevate ignorarmi … non l’avete fatto, ed ecco il risultato. Siete giustamente nelle mani delle guardie del califfo per attendere la morte per impiccagione …

Ma ho creduto in te, mi sono fidato delle tue parole, cane mentitore.

… sei un credente, hai venduto una parte di te fidando in altro. E’ stato facile farti credere delle sciocchezze, sei per metà cieco dopo avere rinunciato a credere prima in te stesso e poi capire dove mettere della fiducia in altri. Sapevo d’incontrare le guardie del califfato, sono una certezza di giustizia e voi razziatori assassini. Chi camminava nel giusto, io, o tu con i tuoi fratelli? … il perdente è colui che rinuncia a se stesso … non accusare il carnefice quando metterà il cappio sul tuo collo. Non è sua la colpa che ti ha condotto alla fine dell’esistenza. Ognuno cerca sempre d’incolpare qualcun altro per gli errori commessi, una comodità che diventa una lenta condanna …

Arn di Ghoto, ti sono riconoscente per la cattura di questi assassini. Tre dei miei giannizzeri andranno a recuperare i cammelli e le razzie. Vuoi salire con me sul cavallo?

… dimmi solo il tuo nome … poi proseguirò a piedi, alleggerito da un fardello …

Mi chiamo Alaattin Mahmud Iersin, servo del califfato nelle milizie selgiuchide, capo dei miei uomini.

… grazie, Alaattin Mahmud Iersin. Porta con te, Jaafar il ghazwa … non mi serve più la sua compagnia ora che ha incontrato il suo destino e gentilmente, fammi una grande cortesia, accompagna fuori dal deserto Kuellkullg, prima che si perda nuovamente a meno di un’ora dalla salvezza …

Ci vedremo a Hochklumd straniero?

… no, non c’incontreremo mai più …

Tu sei un khamsin.              
Sei uno spirito del deserto, che brucia il deserto in cinquanta giorni e che sparisce nel nulla, ami la notte e la completa solitudine.

Lunga vita a te Arn di Ghoto, il sole e le stelle sono con te.

Racconto breve. Osservazioni personali, Archivio n° 947.         7-12-2014.


.... in tutto quello che si crive e si legge c'è sempre più di una morale, alcuni riesocono a cogliere un messaggio, altri ma sono pochissimi, degli insegnamenti, e i più leggono per dimenticare, esattamente come dimenticano ben presto loro stessi o meglio, la parte che di loro non piace. Vivere non significa passare del tempo, vuol dire viverlo dando tutto quello che si può dare ... se vuoi vuole ricevere per continuare ....

lol!

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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyDom 12 Apr 2015 - 21:17

... non proprio richiesto, ma semplicemente dimenticato, chiuderà il thread ...

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.. la metafora sulla ricerca di se stesso …….. 31 – 12 - 2013

In un lontano paese dimenticato sulle carte “un poco come il nostro” da un ricco villaggio, un uomo pieno di dubbi decise di partire alla ricerca di se stesso dopo avere saputo di uno sperduto monastero sepolto tra alte montagne impervie sempre innevate.

…… quest’uomo viveva discretamente, non gli mancava nulla, disponeva di una discreta cultura, i suoi anni gli avevano dato una moglie e dei figli, ma non poteva dirsi soddisfatto perché sentiva il forte richiamo su chi fosse, da dove era arrivato e dove stava andando ….. le tre famose domande che un uomo NON dovrebbe mai porsi. Sulla Luna si arriva con lo sguardo e non a piedi e il pensiero è meno veloce dell’azione, ma queste raccomandazioni non fanno parte della saggezza umana, entrano in azione quando i bilanci esistenziali contengono troppe esperienze insostenibili spingendo l’incauto verso l’incognito …

Comunicata la decisione alla consorte e ai figli, sordo delle preghiere familiari, il novello pellegrino pieno di belle speranze, irremovibile per non scrivere infiammato di un sacro fuoco illuminate, lascia il villaggio diretto sulla catena montuosa perennemente ghiacciata. Certo durante il cammino si chiese: perché mai un monaco dovrebbe trovare fra luoghi disagiati e impervi, la dimora celestiale per scoprire la sua anima?

…. gran parte dell’ottimismo iniziale si perse strada facendo, lunghe settimane sotto la pioggia, inseguito da cani che lo scacciavano dai villaggi incontrati, dormire in posti impensati ricordando il soffice giaciglio diviso con la giovane moglie, la mancanza dei figli, dei suoi affari …. Ridotto come un accattone si sosteneva immaginando come l’avrebbe accolto il santone chiuso nel lontano monastero.
Di questo si raccontavano meraviglie appassionate, talmente santo da non dover mangiare, così illuminato da evitare addirittura la parola, la sola vicinanza guariva gli ammalati e un suo sguardo risvegliava l’anima sepolta dentro.

… sfuggiva ai briganti perché ormai lacero non aveva altro con sé se non la fame e gli stenti, però i lupi lo attaccavano e doveva difendersi strenuamente … ogni fiume e anche il più piccolo ruscello ghiacciato lo metteva a dura prova uscendone intirizzito e martoriato … lamentando: con tutta la pianura disponibile, le belle valli tiepide bagnate da laghetti che specchiavano il cielo, il monaco aveva scelto la sua dimora nel posto più difficile da percorrere …. Raggiungere il monastero stava diventando una difficoltà inimmaginabile, e seri dubbi in proposito più volta l’assalirono sul continuare una missione così spietata … le notti, più saliva i picchi battuti dai venti gelidi, dove un rifugio per ripararsi non esisteva e dormire si riduceva a poche ore … cibo neppure l’ombra, solo la fede e il miraggio della fine del calvario premiato con l’accoglienza tra le mura del monastero lo sollevavano dal pianto d’aver lasciato la sua accogliente abitazione per cercare se stesso … dopo tutto, gli bastava sapere chi era senza altre profonde domande, così maledicendo il giorno in cui era partito si lasciava cullare nella speranza di una illuminazione che l’avrebbe ripagato da ogni fatica …

Il cammino della fede o di quel che ognuno crede in se stesso, poiche siamo in sostanza quello che pensiamo d’essere come le scelte fatte, diventò arduo e difficoltoso soprattutto dove vacillava l’intenzione di procedere tra le rocce sferzate dai venti gelidi e dall’inquietante presenza di lupi affamati.

… un giorno si trovò all’improvviso di fronte a un uomo malridotto quasi in fin di vita accasciato nella neve … l’uomo con un filo di voce prima di morire, gli sussurrò di tornare indietro, di non proseguire perché il monastero era abitato da un pazzo.
Seppellito il poveretto e impaurito da quelle ultime parole udite, si gettò in un anfratto terrorizzato pensando al domani. Il cadavere seppellito gli apparve in sogno come il suo. La notte si riempì d’incubi peggiorati dall’insistente fame che lo attanagliava straziandolo. Nella sua calda abitazione avrebbe avuto del the bollente con biscotti aromatizzati, zuppa e carne a volontà circondato dai suoi cari che aveva lasciato presumendo la ricerca dell’anima, un viaggio di piacere. Cominciava a intendere che non era l’anima a cercare l’uomo ma l’uomo, che per trovare l’anima doveva prima scoprire chi era in verità. Di prove ne aveva superate durante il lungo cammino ma, ora dopo l’incontro con il moribondo, sicuramente un pellegrino anch’esso alla ricerca di se stesso, tragicamente consumato dopo inimmaginabili peripezie, doveva decidere se continuare la folle ricerca o desistere.

… si svegliò febbricitante ma risoluto, da testardo si disse che poteva avere la meta vicina e che avrebbe maledetto ogni passo sul ritorno se non avesse continuato … non si sarebbe arreso fino a quando non avrebbe raggiunto il monastero e che fosse abitato da un pazzo tanto meglio, almeno un tetto sulla testa si poteva ben dividere in due …

Scacciò i lupi a sassate e girò alla larga da tracce d’orso, mangiò del pesce crudo catturato sotto il ghiaccio del fiume e dormì in tane d’animali abbandonate, con l’intenzione di morire piuttosto che rinunciare alla ricerca di se stesso.

… sotto una tempesta di neve ghiacciata si buttò in una caverna cercando riparo distrutto dalla fatica, accostò delle foglie secche e dormì contro i morsi della fame ….. finche l’alba ruggente lo svegliò tra l’urlo del vento selvaggio con l’apertura d’ingresso ridotta appena per respirare, con orrore s’accorse che avrebbe potuto soffocare durante il sonno … tutti questi scampati pericoli gli sembravano degli avvertimenti, quasi dei moniti inviati come messaggi … invece di incoraggiamenti o buoni auspici la sorte inveiva contro l’uomo quasi a demolire non solo la carne tra mille privazioni ma la stessa anima … scavando l’apertura e guardando il recesso che lo ospitava con un singulto di terrore e pietà vide uno scheletro adagiato ricoperto di stracci … e subito si trovò a immaginare nuovamente se stesso …….. doveva essere la sua stessa fine?
Ricompose le ossa e seppellì i resti scavando nella terra soffice dell’antro cavernoso senza smettere di pensare com’era facile la conclusione della vita umana. Di com’era facile prendere la decisione sbagliata, d’essere l’artefice nel bene e nel male, di decidere se vivere o morire, di tornare fra la sua famiglia senz'altri grilli per la testa o continuare l’assurda ricerca di un’anima mai vista. Chi avrà inventato l’anima umana? Perché l’uomo non dovrebbe essere soltanto un uomo, senza altri fini da scoprire? Non aveva mai nutrito simpatie verso i monaci e tanto meno seguito una qualsiasi fede religiosa, nel dubbio si era scostato da credenze finche aveva incominciato ad ascoltare se stesso e forse non era preparato a sufficienza per capire da dove provenissero le voci dei richiami. Ricordò d’avere letto molto e sui fogli scrivevano d'individui che tanto avevano rigettato loro stessi da esserne in seguito inghiottiti. Quel che respingi ti viene incontro, questo lo ricordava benissimo e ora poteva toccare con mano una verità agghiacciante. Durante il cammino aveva incontrato tutte le cose che nell’immaginazione aveva respinto in precedenza. Il cammino del pellegrinaggio lo aveva scorticato nella carne e nel profondo dello spirito, non poteva ignorare la chiarezza che gli mostrava una dimensione sconosciuta mai vissuta prima. O stava impazzendo adagio, oppure una forza sconosciuta lo stava accompagnando in questa follia.

… ormai erano mesi che aveva lasciato la calda pianura per inerpicarsi sulle pendici di monti e oltre, per giungere sotto la torreggiante catena montuosa coperta di ghiacci perenni. Del monastero nessuna traccia. Che fosse una favola no, perché la prova l’aveva avuta dalle ultime parole udite dal poveretto seppellito, le ripeteva nella testa: non andare, nel monastero c’è un pazzo … delirava o diceva la verità? Un pallido sole disturbava quieto l’arrancare sulla neve quando all’improvviso si trovò di fronte un grosso lupo seduto sull’unico passaggio tra le rocce … imponente e aggressivo mostrava i lunghi canini aguzzi, il pelo irto e le zampe raspavano il ghiaccio frantumandolo, non c’era scampo disarmato come si trovava e resto paralizzato dal terrore …

Il lupo incombeva solenne, quasi irreale, grosso, terrificante, diabolico. Immobile.

… perché non attaccava facendola finita? Dov’era il branco che ululava ogni notte come un tormentoso compagno di viaggio? Sfuggire, aggirarlo o muovere un solo arto poteva diventare fatale, che fare? Pregare non era avvezzo, aveva speso l’intera vita credendo in se stesso e ora poteva ritornare sui suoi passi maledicendo d’avere immaginato di possedere un’anima? Ebbene, la prova poteva trovarla affrontando il lupo, morte per vita il coraggio non era mai venuto a meno …. Non pensò a nulla e si mosse stancamente verso il terribile animale … digrignando le possenti mascelle il lupo si tese per un attacco … senza più nessuna paura il viandante lo fissò negli occhi ardenti scavando nelle neve con i piedi gelati … piano il lupo ritirò le zanne, arretrò e si scostò di lato lasciando il passaggio libero … passando accanto quasi percepì una condizione non del tutto dissimile alla sua, senza spiegarsi la paragonò ad un’anima comune, come se il centro dell’Universo fosse un tutt’uomo diviso soltanto dal modo in cui lo si vuole vedere … caldo e freddo, sole o pioggia, neve o acqua, uomini o animali cos’erano se non simili a contrari … non è forse il maschio l’opposto della femmina … la notte con il giorno ….. e non aveva forse affrontato il lupo con una sola differenza: quella d’ignorare la paura. Era stata una follia, oppure il viaggio alla ricerca dell’anima gli stava rivelando un cambiamento inaspettato sull’esistenza? Per giorni si tormentò sull’accaduto … come mai il lupo l’aveva lasciato passare … perché non lo aveva dilaniato per fame …

La valle si restringeva sempre di più e di fronte incombeva il massiccio imbiancato di ghiaccio tra venti ululanti, ormai era giunto allo stremo delle forze, o il monastero si trovava sotto la cima svettante, oppure finiva lì il suo viaggio. Da tre giorni succhiava i resti di un pesce, l’ultimo preso da una pozza ghiacciata, anche l’acqua da bere la ricavava dalla neve.

… quasi senza accorgersi, appena superato un piccolo valico tra le rocce, sulla destra a ridosso di una parete a piombo, addossato sottovento, e ricoperto di neve …. Un portone …. del monastero apparve come un miraggio tra la bufera che lo sferzava senza pietà. Prese coraggio e salì arrancando quasi correndo verso l’agognata meta piangendo lacrime salate che subito si trasformarono in ghiaccioli sulla pelle … una campana arrugginita pendeva dondolando in una guardiola al riparo … subito si aggrappo alla catenella tirando e chiamando a gran voce, o almeno quel che era rimasta della voce nel turbinio della tempesta … ma non ricevette nessuna risposta … prese a battere sul legno del vecchio portone e quasi scardinò con rabbia la campana, ma senza nessun cenno di vita dall’interno … sconsolato si rannicchiò nell’angolo della piccola guardiola e si addormentò sfinito …

Per sette giorni implorò che qualcuno lo facesse entrare, suonò la campana, chiamò finche la voce non mancò, pianse e maledì ogni passo speso per arrivare dove nessuno lo ascoltava, ricordò le ultime parole del morente: non andare, torna indietro, nel monastero c’è solo un pazzo.

… desistere voleva certo dire morire sulla via del ritorno e lui aveva ancora la vena testarda per battere un’ultima volta sul portone e lo fece schiantando dolorosamente i pugni … forzando a stento la neve che impediva l’accesso, il portone si aprì in uno stretto spiraglio e la testa di un vecchio imbacuccato con una lunga barba liscia lo guardò senza simpatia chiedendo perché, da sette giorni più uno, continuava a disturbare la pace in quel luogo? Sconcertato, allibito anche perché da mesi non ascoltava voce umana all’infuori dei suoi pensieri, balbettò qualcosa sul diritto dell’ospitalità dovuta a qualsiasi essere umano in difficoltà ….

Di che difficoltà parli disturbatore … nessuno ti ha invitato fin qui e se non spendevi questi sette giorni lagnandoti e rompendomi i timpani con la campana, potevi ritornare sui tuoi passi con la rabbia covata e la tua delusione avrebbe sorretto il cammino fino a valle.

… ma io sono venuto per incontrare un maestro che mi aiuti nella ricerca di me stesso … un saggio illuminato che sappia rivelarmi la mia spiritualità … se sei tu il vegliardo che cerco, mi getto ai tuoi piedi chiedendo con umiltà il perdono per il fastidio arrecato, sono affamato, intirizzito dal gelo, per favore fammi entrare ... il vecchio sporse un braccio con un nodoso bastone e senza preavviso incominciò a percuoterlo sulla testa, sulle braccia e sulla schiena … ma sei pazzo, gridò il malcapitato arretrando dolorante, vedendo il portone chiudersi …

In preda a cupi pensieri, rattrappito nell’angusto riparo appena sufficiente a ripararlo dalla tempesta di neve, il malcapitato non riusciva a spiegare il comportamento del vecchio monaco. La malvagità di colpirlo con un bastone dopo tutta la strada fatta sull’impervia montagna di ghiaccio, le difficoltà superate con grandi fatiche, o scampato pericolo con i lupi, l’incontro con la fine di due viandanti consumati nel sacrificio di scoprire l’intima anima immortale, la fame che non cessava di martoriare il corpo allo stremo, perché non poteva essere accolto oltre il portone sbarrato?

… battendo ostinatamente sul freddo portone dopo ore si schiuse mostrando lo stesso monaco dalla lunga barba liscia. Perché sei ancora qui? E tu dimmi perché ignori la mia preghiera d’ospitalità? Vattene, non c’è posto per i viandanti qui. Non ho percorso così tanta strada e sofferto le pene d’inferno per sentire dire di tornare sui miei passi … cerco l’illuminazione eeeeeh …. del cibo, non ho più nulla da mangiare. L’illuminazione non ha fame come l’anima non mangia! Hai molto da imparare come scocciatore e detto fatto con rapidità lo colpì usando il nodoso bastone scacciandolo dal portone che si chiuse rapido …

Pazzo, pazzo e malvagio, non poteva esserci altra spiegazione. Tra sé, con i crampi allo stomaco e le brucianti lesioni lasciate dal bastone che il vecchiaccio maneggiava con destrezza così velocemente da non poterne evitare gli effetti letali, non sapeva se pensare alla fame o ai lividi sulla pelle, non capiva più neppure se stesso e la ragione che lo tratteneva semi assiderato lassù.

… per altri giorni battè sul portone e quando stava per smettere, il vecchio monaco appariva per dare solo legnate sul poveretto. Nessuno lo aveva mai trattato così in vita sua. Aveva saputo farsi rispettare, selezionato chi frequentava, evitato persone e condizioni equivoche, trattati affari con onestà e qualche volta, poche in verità aveva dato elemosine ai poveri. Mai tradito la moglie e prodigo sull’educazione dei figli, dove poteva avere commesso degli errori da scontare? Forse sbagliava battere sul portone non appena il sorgere del sole, magari il monaco si svegliava di cattivo umore, poteva provare in orari differenti …

Ma in ogni tentativo, nonostante stesse in guardia, la rapidità del bastone lo colpiva implacabile senza pietà.

… un altro giorno, uno solo e poi me ne vado, anche se so di non farcela a scendere a valle, morirò per colpa del vegliardo monaco, glielo voglio proprio gridare in faccia il suo assassinio … rabbioso e collerico come non mai colpì il portone che si apri immediatamente con il vecchio che lo osservava cupo e prima di poter aprire bocca lo investì tagliente. La tua rabbia è meno della mia e la tua collera non è nulla al confronto della battuta che ti sto per dare. Lento e sprovveduto da quel che udiva prese una dose di legnate talmente forti da lasciarlo semi tramortito sulla neve, dove si trascinò a fatica pesto nel suo piccolo riparo … almeno avesse trovato anche lui un bastone per difendersi dal pazzo, ma niente e nulla aveva trovato attorno alla cencia a strapiombo, nemmeno un ramoscello per un focolare che neppure avrebbe acceso o del prezioso cibo …. Perché la forzata astinenza aveva incominciato nel dargli strane visioni o allucinazioni in merito …

Più volte aveva odorato nella tempesta il profumo di brodo di carne saporito con erbe aleggiare con persistenza tanto da cercare la presenza e altre volte poteva giurare di avere visto una ciotola di cibo a portata di mani, non stava vaneggiando perché anche se per brevissimi attimi quel che aveva sentito e visto era molto reale. Tortura peggiore non poteva provare, come se non avesse abbastanza di guai da affrontare in quel posto desolato.

.segue
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MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyMer 15 Apr 2015 - 20:20

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… quel giorno non pensò a niente giacendo sopito tra le vecchie assi della misera guardiola coperta di neve, si scosse dal torpore nel metà pomeriggio quando un solitario raggio di sole placò d’incanto la tempesta ghiacciata e il vento si smorzò d’ululare fischiando … proprio quando gli parve che il portone si fosse schiuso con uno tenue scricchiolio … dolorante e con fatica si sporse vedendo il vecchio monaco che lo fissava con uno sguardo inespressivo, decise che ormai ne aveva abbastanza di legnate e che non valeva la pena di alzarsi per sapere cosa voleva …. e così decise di riposare, guarire le ferite, salutare il vecchio monaco e l’indomani andarsene in cerca del suo destino … però, il suo scopo che l’aveva sorretto nel lungo viaggio, era proprio stato di cercare se stesso ….. arrendersi voleva dire tradire la sua essenza d’animo? Se ritornava sui suoi passi da fallito incontrando con molte probabilità la morte … quel terribile lupo che l’aveva lasciato passare nel coraggio poteva avere ragione di lui uccidendolo come un codardo … rodendosi dentro i morsi della fame e le i lividi sulla pelle erano i soli compagni reali che assorbivano i suoi pensieri e per non pensare alle allucinazioni che più di prima e con maggiore frequenza credeva di vedere a pochi centimetri da lui … però non appena cercava di afferrare una ciotola d’arrosto bollente o una pagnotta calda profumata l’ingorda visione spariva lasciandolo stremato … tanto provato che la rabbia collerica si stava trasformando in una passiva condizione del tutto inutile, aveva incominciato a riderne persino immaginando le scene delle bastonate ricevute … il vecchio pazzo irascibile che cosa ci guadagnava nel suo assurdo comportamento? Avrebbe potuto ignorare il bussare fin dal primo giorno e lui non avrebbe potuto neppure entrare, il piccolo monastero era completamente inaccessibile e le mura invalicabili … da quante settimane se ne stava rannicchiato senza senso lì fuori, in balia degli elementi, come aveva sopportato la fame arrivando a succhiare la neve e masticando parte del cotone di quel che restava delle vesti stracciate indossate … molte cose non riusciva a spiegarsele eppure continuava la sua grande prova … e nella ricerca aveva scoperto una seconda natura neppure immaginata in se stesso … se prima cercava la ragione dell’essere separata dal corpo, ora percepiva il tutt’uno, anzi mettendo il corpo in secondo piano per non azzardare che il corpo ormai importava ben poco e se sarebbe morto scendendo a valle, attaccato da lupo o affamato precipitando per un piede in fallo nei dirupi, che importava … l’aria, l’unica ragione di simili pensieri poteva essere l’aria a quote alte che alterava il cervello, perché i vaneggiamenti sul cibo ne erano la prova … vedeva con chiarezza e ne sentiva il profumo guardando la ciotola di legno, grossa, a due spanne dalle sue ginocchia gelate, appoggiata sulla neve ……. Ma non si lasciava più prendere in giro, perché da attento osservatore, attorno alla ciotola non aveva visto nessuna impronta e la tentazione sul cibo non poteva arrivare da sola … così da un pò di apparizioni, limitava la casualità come un fatto privo d’importanza … non stava affatto perdendo la ragione, il profumo del cibo e le ciotole osservate potevano diventare momentaneamente reali soltanto nella sua fantasia … almeno avesse potuto discutere queste visioni con il vecchio monaco, certamente lui sapeva trovare le risposte, invece bussare sul portone per ricevere l’ennesima sonora battuta di legnate non lo attirava come prima …

In fondo la ricerca lo aveva condotto in un viaggio di scoperte dove non avrebbe immaginato di incontrare. Nutrirsi di ratti di bosco, di pesce crudo, bacche che lo aveva fatto stare malissimo, frutti sconosciuti e manciate di vermi rossi scavati tra le radici di alberi … svegliato di soprassalto terrorizzato da sogni orrendi con il cuore in tumulto … ascoltare l’ululato lugubre di lupi sempre più vicini … il tormento delle tempeste di ghiaccio, la desolazione del niente roto solo dall’improvviso scatenarsi di furiosi venti taglienti … ecco quello che aveva trovato cercando: non più l’uomo partito da mesi dalla confortevole abitazione, da una calda moglie, dai figli gioiosi che quasi certamente non avrebbe rivisto, dei suoi affari neppure ci pensava.

… l’uomo stesso, tutta l’umanità era stata ingannata da modelli esistenziali imposti per sottomettere lo spirito libero e questo si era ritirato senza più mostrarsi all’uomo … un dramma tragicomico sussurrava muto dal profondo, a volte urlando, suggerendo all’incauto cercatore che da qualche parte esisteva la vera natura della vita … l’uomo pura materia si scontrava con l’impalpabile leggerezza dell’essere … la materia cedeva il trono all’invisibile presenza di una dimensione ultra terrena … non è l’uomo che possiede l’anima, ma l’anima che possiede l’uomo. Troppe volte ultimamente affiorava come affermazione … lui stava cambiando …

Si trovò che osservava il vecchio dalla lunga barba liscia che lo fissava calmo dall’uscio semi aperto, forse anche da tempo, come aspettasse una visita.

… scosse la neve dalle vesti, si alzò a fatica stirandosi come dopo una dormita, si sentiva intorpidito ma stranamente bene … si avviò tranquillamente deciso a parlare serenamente con il vecchio monaco, pazzo o no che importava … la giornata era addirittura tiepida e l’aria cristallina profumava di pulito, l’alta vetta incombeva in tutta la sua imponente magnificenza, un giorno decisamente speciale …

Buon giorno vegliardo monaco, la pace sia con noi.

… della mia l'ho raggiunta da tempo e la tua l’hai conosciuta quassù. Ti sei deciso finalmente di uscire dal buco in cui ti sei rinchiuso da settimane, era ora.

Beh, ogni volta che bussavo alla tua dimora ricevendo dolorose legnate in cambio di attenzioni, non è che lo facessi volentieri, tu mi battevi continuamente, anzi, come mai oggi possiamo parlare senza il bastone? Perché non mi assali picchiando?

… ma io non ti ho mai picchiato, se mai ho dato sonore legnate alla parte peggiore di te stesso. Quella parte presuntuosa, che presumeva prima del dare, la pretesa umana dell’avere ad ogni costo … e tu pagavi puntualmente ogni pretesa che avanzavi battendo al mio portone …
Hai ragione sommo monaco, battevo con rabbia, colpivo con collera la tua porta, cercavo oltre la soglia quello che ho trovato stando fuori, perché non sono i portoni che impediscono la comprensione dell’anima. Ora puoi battermi a piacere e come hai detto pocanzi, colpiresti la parte peggiore di me ma non riusciresti a sfiorare minimamente la mia anima.

… giusto, sono d’accordo con te! Oggi sono compiaciuto per la tua visita e al posto del bastone ti offro una ciotola di caldo cibo, ti farà bene e ti rimetterà in forze, sia tu rimani qui o decidi di tornare dalla tua famiglia. Il vecchio monaco tese sulle mani una grande ciotola di fine ceramica lavorata colma di legumi con una coscia d’agnello annegata nel sugo, e una grossa pagnotta appena sfornata …

Per un attimo, rimase indeciso, poteva essere l’ultima illusione dovuta al lungo digiuno, ma libero da pregiudizi sentì il desiderato profumo del cibo e il caldo rassicurante sul palmo delle mani che stringevano la manna uscita d’incanto dall’uscio aperto a metà.

… mangia pure con comodo, finito riporta la ciotola, la porta resta aperta, ora vai nella guardiola e resta fin che vuoi …

Come frastornato dall’irrealtà dell’accaduto, quasi con noncurante attenzione si portò con estrema calma alla bocca le leccornie tanto desiderate, eppure senza nessuna ingordigia mangiava nutrendo il corpo e da anima, poteva solo osservare il cibo, senza desiderio. Il vecchio si era dimostrato trattabile e gentile. Persino udire che le legnate gli erano state date per la sua parte peggiore lo facevano sorridere, il vecchio monaco sapeva fare il mattacchione se voleva. Una vecchia volpe sapeva sempre dare la risposta giusta.

… passò forse l’intero pomeriggio e forse dormì pure nella soddisfazione intima appagata soprattutto dalla svolta degli eventi e seppe al risveglio di trovarsi sulla soglia d’importanti decisioni. Si sporse e vide il portone come l’aveva lasciato, aperto per metà ….. ma non avrebbe portato la ciotola sul finir del giorno, una notte di sonno, senza nessuna tormenta di neve e ghiaccio in arrivo, poteva aspettare il mattino successivo … anche se il vecchio vegliardo non lo voleva accogliere nel monastero, la sua ricerca lo soddisfaceva per quello che aveva scoperto da solo … e gli bastava.
Lavò la ciotola nel rigagnolo scintillante annusando l’aria secca e si apprestò nel valicare il portone semi aperto. Avvicinandosi ricalcò le sue stesse impronte nella neve del giorno prima e oltre l’uscio, la neve alta immacolata non aveva alcuna traccia d’essere stata calpestata … eppure non era caduta neve nella notte, come poteva il vegliardo del monastero non avere lasciato le impronte dei suoi piedi? Magia …. E subito rise di se stesso, dopo le allucinazioni sul cibo ora incominciava a vedere quel che non c’era o c’era e ora non lo vedeva. Però, oltre la soglia l’interno non appariva neppure come l’aveva immaginato da fuori. Non solo era molto strano, ma addirittura oltre le vecchissime mura non c’era nient’altro che cumuli di pietre coperte di neve, resti di piccole abitazioni neppure con un tetto, nessuna cucina, e di fatto non aveva mai visto un filo di fumo e neppure l’odore di legna bruciata … come aveva cucinato il monaco il cibo donato? Dov’era il monaco? Lì c’era poco da vedere e cercare, solo molta neve distesa come una candida coperta sul nulla … nessuna traccia d'impronte e tanto meno di presenza umana. Se il monaco lo stava burlando allora, era veramente un mago, oppure tutto quanto era accaduto faceva parte dell’immaginazione e rise anche di questi pensieri … in effetti, di fronte a fenomeni finora sconosciuti anche il lupo poteva non esserci mai stato a sbarrare il cammino, un vero lupo affamato non si scosta lasciando il passo alla sua vittima … e il viandante provato e deluso nella sua ricerca seppellito, poteva essere stato il presagio di quello che l’aspettava? Perché non aveva capito subito e fatto ritorno velocemente sui propri passi? Quando da sveglio nell’anfratto scopre di avere riposato accanto ad uno scheletro non è stato sfiorato che poteva essere il suo? Tutto questo era veramente accaduto? Come aveva potuto sopravvivere per mesi mangiando pochissimo e stare nel contempo abbastanza bene?

… restare dentro il niente a farsi domande lo condussero nella piccola guardiola dove tutto sommato pareva l’unico riparo possibile nella landa completamente deserta. Dormì non appena il calar della notte illuminò d’argento la coltre innevata rendendo lo spettacolo dell’impervia natura, un magnifico teatro dove si rappresenta degnamente l’universo ... sognò i suoi cari, sua moglie e volte triste a volte gioiosa con i figli, la sua valle tiepida e se stesso immerso nel compito di ricostruire il monastero, prenderne possesso e diventare il successivo monaco che avrebbe accolto i pellegrini con sonore legnate invitandoli a desistere nella ricerca dell’anima …

Da sveglio rigettò ridendo il sogno notturno. Forse non c’era mai stato nessun vecchio monaco che l’aveva domato nelle sue parti peggiori, anche se ricordava bene il bruciore dei lividi sulla pelle. L’aria fine di montagna, senza ossigeno, poteva dare allucinazioni così reali da apparire vere? La ricca porzione di cibo ricevuta il giorno prima non era stata un’immaginazione e dov’era la bella ciotola di fine ceramica decorata? Ricordava benissimo di averla riportata con sé e posata appena fuori dalla guardiola …. Infatti, si trovava esattamente lì … piena di frutta fresca, una grossa pagnotta calda, due pesci salati con un formaggio intero … nuovamente magia del posto, allucinazioni da aria rarefatta d’alta quota, ma che importava, con quelle inaspettate provviste poteva scendere a valle per quel lungo tratto dove non avrebbe trovato nulla all’infuori di rocce e ghiaccio. La giornata era appena incominciata e rimanere non aveva nessuna ragione.

… messo tutto nel sacco da viaggio si recò sul portone e senza oltrepassarlo notò che la neve nell’interno non aveva conservato neppure le sue impronte del giorno prima …… non importava, come non importava cercare la presenza del vecchio monaco dalla lunga barba liscia. Volse le spalle dando un’ultima occhiata alla rude dimora che lo aveva ospitato e con passo deciso varcò la soglia del valico lasciando un reale immaginario che avrebbe conservato soltanto nei ricordi ……. Da uomo sicuro di avere trovato se stesso dentro di sé e non altrove.

Proprietà privata. Nota archivio n° 873.


lol!

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Sven Hassel

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Il modellismo non è il pane quotidiano. Empty
MessaggioTitolo: Re: Il modellismo non è il pane quotidiano.   Il modellismo non è il pane quotidiano. EmptyMer 22 Apr 2015 - 17:07

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....... direttamente dal Giornale di Sven. Potrebbe essere uno degli ultimi articoli riportati sulle pagine del forum (spazio per discussioni) visitato da molti appassionati, non di modellismo ... capite ammia ... che navigano per passatempo senza nessun intervento di condivisione, e un forum di qualsiasi argomentazione, diventa completamente inutile se disertato ........ ho conosciuto persone veramente speciali negli ultimi dieci anni e più di frequentazione, e alcune se ne sono andate per sempre da questo mondo, lasciando un vuoto di riflessione: a che serve l'inutilità? Il silenzio sulla parola?

Uno spazio vuoto ............... ?

Questo thread ha portato più interesse sul sito di Lavelli (modellistico) ignorando completamente il modellismo stesso come principio principe. Il modellismo è morto? No, ha scelto la comunicazione spicciola, l'indottrinamento della sintesi sui twitter, social network e simili, dove l'occhio onnipresente del controllo ci osserva in ogni nostra azione, parola, ci spia come pecore da infilare nel recinto. Per questa ragione, lo Sven, sul modellismo ha chiuso preferendo altre occupazioni, come l'informazione per esempio, l'avete conosciuto come Sven dei carri e non solo, dando ogni possibile contributo sulla comunicazione, argomento modellismo incluso ovunque è stato ospite, chiuderà il thread con la sua "opinione" come sempre del tutto personale, senza peli sulla lingua, su di un paio di argomenti di stretta attualità sociale, perchè e lo ripeto, in un sociale si parla, non si frequenta stando in disparte, in silenzio.

i due argomenti sono i rom e l'immigrazione, solo in apparenza scollegati fra loro.

...... l'italialietta è il paesello dei grandi affaristi senza scrupoli dove facendo uso del buonismo e perbenismo in nome di solidarietà fra popoli e accoglienze profughi, si arricchiscono con l'avallo di leggi desiderate dal Vaticano che ha fatto dell'Italia la Nazione dei "campi d'accoglienza" nomadi e di politici che del Mare Nostrum si sono intrallazzati con L'Europa per avere mano d'opera a bassi costi fin dai tempi di Craxi e Martelli che reclutavano negli anni ottanta immigrati con promesse di benessere illimitato. Il sogno europeo i rom non l'hanno mai avuto e il nomadismo non è praticato da un secolo. I campi rom, pensati come luoghi di transito, aree circoscritte con un minimo di strutture, acqua, bagni e corrente elettrica, si sono trasformati in ghetti controllati dalla malavita rom (stanziata fissa) che controlla e sfrutta i rom in transito, con la compiacente autorità politica che con gli accordi vaticani va a braccetto spendendo milioni di euro in piani di follia come "mandare a scuola i minori, così non importunano gli automobilisti ai semafori della capitale. La natura degli zingari, termine medievale e rom moderno, è di non avere proprietà e di potersi avvalere di ogni proprietà d'altri. Il furto è l'unico principio di sopravvivenza, rubare un diritto acquisito da sempre, a noi potrà andare di traverso, ma per loro mandare un figlio a scuola vuol dire soltanto "intascare il suo mantenimento" come l'abitazione che affitta ad altri disgraziati bisognosi. L'occupazione abusiva dei rom in appartamenti incustoditi (che vuol dire, uscito per i fatti tuoi) e loro s'impadroniscono di casa nostra con lo stratagemma della mamma e del neonato con la legge dalla sua parte, cioè, non la puoi costringere ad uscire da casa tua intanto che la saccheggia e accoglie altri a pagamento. Ci sarebbe molto di più, da dire, come i mercatini delle cose rubate, i furti organizzati di auto esportate, lo smaltimento dei medicinali scaduti che costa ai produttori, arricchendo i trafficanti. I rom possono esportare e importare qualunque richiesta a pagamento con la stessa facilità "diplomatica" dei cinesi.

Premetto, che non parlo da razzista ma da realista.

... oggi si parla in Europa, della questione mediterranea, e le prime indiscrezioni sono le decisioni di fermare la delinquenza organizzata, cioè i responsabili diretti sui traffici delle immigrazioni provenienti dal Libano, Siria, dall'Irah, dall'Egitto e Grecia, Etiopia, Somalia, Libia, Tunisia, Nigeria, Mali, Senegal, Burchina, Mauritania, Ghana, Algeria, Costa d'Avorio, Zaire, Uganda, Eritrea, Kenya e dal Chad. Il Consiglio europeo, deciderà sulle quote d'assegnazione profughi prima di altri provvedimenti, e poi sui modi per fermare l'esodo incontrollato che minaccia la stessa integrità culturale dell'Europa con l'ISIS che ha dichiarato guerra alle culture religiose extra islamiche. I capi criminali che gestiscono i traffici degli scafi sul mare sono arcinoti da anni, alcuni sono addirittura in Italia con regolare permesso e altri all'estero. Basti immaginare che sui treni di immigrati in fuga o in viaggio verso Francia o Germania non ci sono, e viaggiano su automobili e camion controllati dai caporali mafia (che certo incassa) in Sicilia il "diritto di soggiorno" e le regioni da attraversare le tangenti da versare. Oltre i confini nazionali ci sono leggi che impongono i contingentamenti d'ingresso, aggirati dai contrabbandieri di profughi lubrificando i controlli. In Italia si transita e fa comodo alla politica e alla sede vaticana buonista, riceve gli aiuti economici che spende per mantenere i bilanci fallimentari e piace alle nazioni perchè si sobbarca l'onere di "filtrare" la malvivenza peggiore sbarcata da noi e che non intende varcare le Alpi. Rimandano regolarmente criminali arrestati una decina di volte e sempre tornati in Italia dove per loro stessa ammissione, non c'è legge che fa paura. Come fate per vivere? Rubiamo quello che troviamo, auto, motorini, svaligiamo case, negozi, per mangiare. Avete parenti in Europa? Si, ma loro lavorano. Alcuni hanno una moglie, dei figli? Si, però una moglie costa e si lascia quando ha un figlio, ci pensa lei. Sei musulmano praticante o osservante? Fuori dal mio paese sono musulmano osservante. Allora fai uso dell'alcol, bevi vino e ti ubriachi? Solo una volta alla settimana. Hai altri amici che la pensano come te? Tutti quanti una volta sbarcati in Europa, diventiamo liberi di fare quello che vogliamo, lo facciamo nel nostro paese e lo facciamo dove ci troviamo. Allora la vostra religione vale nel tuo paese e se trasgredisci sei punito, le leggi sono da seguire o no? Le nostre leggi sono cattive, nessuno le osserva. Ma qui ci sono le nostre leggi, che devono essere osservate? Le vostre leggi noi non le osserviamo. Noi abbiamo una religione diversa dalla vostra, come pensi di rispettarla? La tua religione è falsa, bugiarda. Dite di essere cristiani e siete tutti ricchi, la vostra chiesa è ricca, fa promesse senza dare, come le promesse politiche sulla casa e sul lavoro. In Italia, molti di voi hanno trovato lavoro, famiglia, integrazione e benessere, non sarebbe meglio lavorare? Tua moglie lavora per mantenere tuo figlio? Lavora per mantenere "suo" figlio, non ha mantenuto me e l'ho lasciata. Cosa fai per cercare d'integrarti con noi italiani? Niente, non voglio diventare come voi, siete molli, falsi e rassegnati. Io sono un guerriero. Sei uno dell'ISIS? No, no, quelli sono assassini pericolosi, sono soldati pagati dagli americani. Da dove sei arrivato? Dalla Tunisia orientale. Parli bene l'italiano, dove hai studiato? A Tunisi, sono un ingegnere meccanico. In Italia potresti trovare facilmente lavoro come ingegnere? I caporali della mafia, mi mandarono a Caserta a raccogliere pomodori per tre euro al giorno. In Sicilia, a vendere sulle spiagge dei turisti. A Palermo a spacciare droga. A Piacenza a pulire le stalle dei maiali con gli albanesi cattivi, armati di coltelli. Però sei ben vestito, scarpe di marca, felpa, occhiali, berretto, orologio d'oro, orecchino con il brillantino? E' roba usata, tutta. Rubata intendi? Si, rubata ai ricchi italiani.

... la Comunità europea, oggi riunita con i Capi di Stato, terrà conto delle interviste giornalistiche? Renzi ha chiesto a Obama aiuto sulla crisi mediterranea. Ha avuto come risposta: fratello, te la devi risolvere da solo! Obama ha parte della flotta stanziata nel Mar Nero, con il problema Crimea e un'altra parte a pattugliare il Golfo Persico minacciato dagli iraniani. Impicciarsi del Mediterraneo "accesso" verso l'Oriente è strategicamente impensabile per gli angloamericani, specie con Israele come testa di ponte avanzata. Renzi se vuole fare qualcosa, farà quello che la Comunità deciderà. E se alcuni trafficanti, capi importanti saranno arrestati in Italia, forse l'esodo rallenterà la sua invasione forzata, perchè quando incominci a scappare per fame, ti fermi solo dove ti danno da mangiare, il resto non importa. Parlare a vanvera d'integrazione, si dovrebbe evidenziare prima con precisione, che la storia insegna periodi lunghi e senza certezze concrete, gli ebrei hanno impiegato duemila anni per conquistare l'Europa e poi le americhe. I cinesi, commercialmente meno di una decina d'anni, per avere anche loro il buon debito pubblico fuori controllo. Gli africani faranno come i barbari, consumeranno le ricchezze rubate e ritorneranno come sono arrivati, sono cavallette affamate e fu Mosè a dare al Faraone le annunciate piaghe d'Egitto: le calamità promesse e causate dal popolo ebraico, non della natura scatenata. Questo non è un esodo biblico, ma un piano d’invasione programmato e concertato da una cultura religiosa che non si fermerà finchè non ha imposto un fondamentalismo ideologico peggiore del cattolicesimo che volle l’Inquisizione a terrorizzare per settecento anni intera Europa. Si dice: chi la fa l’aspetti? Niente di nuovo sotto il sole? Chi ha paura dell’uomo nero? Mamma li turchi? Corsi e ricorsi storici scontati, come quella parte umana rincoglionita dall’oppio della fede, e poco importa quale sia, è sempre la causa dei conflitti da qualsiasi parte provenga, da quando l’uomo ha rinunciato a se stesso.

L’uomo libero non esiste, perché dipende dall’aria che respira.

… ma potrebbe vivere felice, senza prestare se stesso alle bugie di altri, credere significa ignorare noi stessi per dare retta a che cosa? A chi? Ad una quantità di asini volanti inutili …

.il modellismo fa tornare bambini. Il silenzio appartiene all'adulto morto dentro.

Il Giornale ringrazia.

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