LAVELLI GIOVANNI
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 Pinocchio ......

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Sven Hassel

Sven Hassel


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MessaggioTitolo: Pinocchio ......    Pinocchio ......  EmptyGio 11 Giu 2015 - 18:14

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Pinocchio.

… secondo lo Sven.

Il che avvisa di usare il cento per cento dell’intelletto per comprendere quanto della fiaba del Collodi non avete capito. Perché capire è riservato a pochi, attenti, lettori, e comprendere l’opera dell’autore nel senso di saperne duplicare il messaggio intrinseco, nascosto, è per pochissimi alienati personaggi che della comunicazione culturale ne fanno il baluardo portabandiera sulla cultura riservata ai soli eletti.

… che lo Sven non lesina affermazioni di stampo assolutistico, e che usi un linguaggio adatto a pretesa d’altri “umile” è un dato di fatto ormai scontato da anni. Lo Sven o lo ami o lo odi, l’hanno coniato altri e chi non lo può soffrire eviti d’interessarsene attirato spasmodicamente sul quel che scrive …

La premessa per quel che segue l’ho data, il resto è a vostro completo rischio, se non possedete un alto quoziente d’intelligenza veramente allargato (intendo l’uso dell’apparato cervellotico esteso a trecentosessanta gradi) lasciate stare il contesto il cui lo Sven indaga sulla vostra completa ignoranza.

… la fiaba del Collodi l’avete ascoltata tutti quanti e nessuno l’ha potuta evitare in tenera età e nel seguire il corso degli anni la crescita individuale si è trovata nelle identiche condizioni del povero burattino di legno, costruito da un povero falegname che dal suo ultimo ciocco di legno cercò di scolpire la natura umana, un vero genio nell’artigianale, semplice, messaggio, di dare all’umanità una risposta che nella sua geniale trovata supera di un’enorme distanza la stessa genesi che descrive l’uomo una forma di fango modellato in cui un dio immaginario dona il soffio della vita. Mastro Geppetto non è dio, è un poveraccio, un relitto umano, l’ultimo delle persone importanti senza nessuna ambizione d’essere persino preso sul serio, un personaggio molto simile allo Sven … una caricatura alle volte imprevedibile, sagace, foriero di svolte inaspettate, a modo suo fautore di verità sconcertanti, dissacratore di miti ma mai non veritiero …

Cos’è la verità?

… è un accordo fra un’associazione, un’aggregazione che decide che un asino vola alle tre di notte con la luna piena … cos’è la menzogna? E’ uno strano accordo con se stessi. La menzogna non ha nessuna necessità d’essere costruita in gruppo, basta che sia accordata nella sua in concretezza, nell’assurdità condivisa …

Pinocchio, quello del Collodi, il burattino (attenzione al burattino, perche lo siete) è di legno e se voi siete e vi sentite di carne viva, neppure conoscete come siete fatti, non sapete d’essere miliardi di cellule che si rinnovano ogni giorno e che morite ogni istante temendo la dipartita competa. Siete ignoranti, sei volte Pinocchio.

… Geppetto, il creatore, il falegname, lo scultore, parla con la sua opera di legno come fosse suo figlio, lo ama, si priva del necessario, forse anche dell’indispensabile, per vestirlo, nel tentativo di renderlo simile all’umana somiglianza di chi? Sua? …. Dio creò l’uomo a sua somiglianza, prese spunto il Collodi, sperando che la pubblica ignoranza potesse comprendere l’analogia. Macche! La sua fiaba, l’adulto istruito, intellettualmente forbito, la relegò all’innocenza fanciullesca, la dette alle balie, alle madri, da raccontare all’ingenuo pargoletto che del Gatto e la Volpe, il Paese del Balocchi, la coscienza parlante del Grillo, il virgulto innocente bambino, non ne capiva un accidenti ….. del resto nessuno dei padri e tanto meno le madri, seppero interpretare la profonda, rivelatrice morale di personaggi che il Collodi enunciava come immortali, e che ognuno avrebbe incontrato sotto altri vestiti, nel corso della vita … la Fata Turchina, Mangiafuoco, Lucignolo, quante volte li avete incontrati senza minimamente riconoscerli? Siete ignoranti per aver ignorato il significato della Fiaba del Collodi? Siete diventati ottusi e falsamente intelligenti per avere appreso dal sentito dire? Lo Sven della vostra smodata pochezza se la ride e va a nozze provocando in voi stessi la consapevolezza sul vuoto intellettuale miseramente ristretto in quando credete d’essere. Cosa siete? Non lo sapete. E non ambite neppure nel paragonarvi al burattino di legno, eppure siete diventati dei burattini e vi lasciate tirare i fili persino da me …

Avete una coscienza? Ascoltate una voce interiore che vi sussurra di dire quello che pensate e cosa fate? Pensate una cosa per dirne un’altra e siete diventati il Gatto e la Volpe. Il Grillo parlante vi da fastidio e fate di tutto per calpestarlo, non volete il suo ronzio in testa, non volete ascoltare altri perché sapete tutto, mentre, sepolti nel nulla non sapete neppure “cosa” siete. Siete immensamente incapaci di ammettere una condizione agli antipodi del comune accordo accettato dalla massa. Accordo deciso da chi? Chi ha detto che siete nati sotto un cavolo, allo steso modo Geppetto presenta il suo burattino nato dalle sue abili mani di falegname. Avete accettato la fiaba come un’opinione collo diana, come avete accettato una scemenza distribuita da un’istituzione che edificò questa bufala millenni fa e che oggi ancora regge ascoltata da chi? Da masse di creduloni resi schiavi da un credo bugiardo? Da un asino volante, che se sostenuto e portato alla massima attenzione diventa realistico come le promesse politiche? Ascoltate fandonie inammissibili in ogni istante e siete rassegnati al bombardamento mediatico, tanto da non saper distinguere e neppure differenziare fra, chi dice del vero e di chi vi inganna. Siete diventati Pinocchio, il burattino di legno, con i fili per farlo ballare. Quante volte vi siete bruciati i piedi? Quante volte avete preso sonno di fronte alle fiamme? Quante volte vi siete appisolati, crogiolati, nell’ignoranza?

… per sentirsi veramente ignoranti bisogna trovare il coraggio di saperlo ammettere a se stessi. Chi si crede intelligente si trova in un punto fermo. L’intelligenza crea intelligenza, scava, indaga, scruta e usa la curiosità per sé, l’intelligenza si vede nell’individuo disposto a cambiare in continuazione, l’intelligenza aborrisce il conservatorismo, non ha paura di se stessa, osa dove altri esitano e se l’umanità “secondo il Collodi” la dipinge con un burattino di legno, si è fossilizzata da millenni senza nessuna speranza di tranciare i fili del burattinaio … che sarebbe Geppetto … e chi si affida a dio, con i fili della speranza, di che legno è fatto? Di un legno molle, passivo, dove lo scalpello incide la fibra e la lama sagoma la forma, meschina accettazione di un destino voluto d’altri condannati nelle mani d’incapaci scultori … le colpe dei padri ricadono sui figli, citano le scritture … alla Sven suona come: da cretini aspettarsi degli idioti, rende il tragico messaggio come naturale conseguenza ….

Siete nel Paese dei Balocchi o immaginate di trovarvi dove tutto è possibile, infatti, impazzite per la superficialità, siete vanesi e rincoglioniti di fronte all’ultimo giocattolo tecnologico, siete succubi del mattone sicuro e arriva un fesso che con un decreto toglie l’illusione e l’abitazione diventa una condanna. Giocate al di sopra le vostre possibilità allettati dall’avere senza limiti, non ci sono scrupoli nel rubare senza sapere che dovete rendere, siete avidi persino sui vostri stessi simili e vi scannate non appena si allunga la mano su quel che credete solo di proprietà, sapendo che la morte non porta ricchezza con sé. La compagna scelta è diventata una prigioniera e se cerca la libertà, la ammazzate. La credenza in deità inesistenti divide i popoli e neppure i secoli di storia sull’immonda ferocia perpetrata da una religione assassina, apre uno spiraglio d’indagine sul sospetto di trarvi nelle mani dei gatti e delle volpi? O volete che le istituzioni si vestano come i personaggi di Collodi per risvegliare l’attenzione d’essere presi per il culo e che questa parte vi appartiene?

… l’insidia e il tradimento arrivano sempre dalle persone vicine. Lucignolo si veste da parenti, amici fidati e dagli stessi familiari, dove per primi infliggono ferite lasciando le cicatrici a vita. Lucignolo è la scuola che non insegna, è la chiesa che non crea i santi, è la politica che non governa. Lucignolo è la parte avversa di Pinocchio, facile da tentare e il burattino si lascia tirare i fili da se stesso … è fin troppo facile mentire, diventare bugiardi per convinzione e Pinocchio con le bugie si allunga il naso da solo. La Fata Turchina gli parla di bugie con le gambe corte e di bugie dal naso lungo, esempi che il burattino subisce continuando a mentire. Il burattino di legno non capisce che s’inganna da solo. Un bugiardo è del tutto simile a Pinocchio, non sa che s’inganna ancor prima d’ingannare altri e che diventa la vittima si se stesso. Vittima dal naso lungo o gambe corte non nasconde i suoi inganni. Pinocchio è un pezzo di legno sgrezzato da Geppetto, con sembianze da burattino che diventa un bambino umanizzato, dopo tormentate avventure che lo cambiano dentro … subisce e accetta la conversione guadagnata imparando a sue spese la retta via, aiutato da personaggi incontrati fin troppo importanti per la sua crescita. Mangiafuoco lo aiuta dove il Gatto e la Volpe lo ingannano derubandolo, la Fatina lo salva dall’impiccagione e lo cura amorevolmente, Geppetto si priva del poco che possiede per lui, il Paese dei Balocchi si rivela in tutta la sua falsità una trappola per gonzi … la vanità umana non ha limiti nello sprofondare nel superficialismo, anzi ne gode mostrarsi nel centro dell’attenzione come l’esempio da seguire e questo spettacolo nel Paese dei Balocchi lo assistiamo tutti i giorni bombardati dai tolschow, dalle soubrette in vendita, da conduttori pagati per annunciare slogan, da politici mangiasoldi, da filoni pubblicitari ingannevoli … Pinocchio trionfa impunemente e la Favola diventa realtà agghiacciante … e voi tutti ne fate parte …

Pinocchio è attratto e respinto, come un frustrato in cerca di modelli a cui assomigliare, è uno che non si riconosce in sé, come molti individui in cerca di soggetti da imitare, perché secondo loro associarsi significa “nascondere” la propria asocialità (chi mai penserebbe che l’asociale cerca nella socializzazione quanto più gli manca?) L’eterno insoddisfatto si enuncia mettendo se stesso al centro delle attenzioni fingendo buonismi per attenti calcoli d’alleanza e se incontra chi lo sbugiarda, si ritira dalla scena impermalito per essere stato scoperto. Pinocchio ritorna più volte sui suoi errori, non ascolta il Grillo Parlante, la sua coscienza esterna al duro legno, segue l’illusione, le promesse, il Gatto e la Volpe sono i suoi paladini per le scelte sbagliate, neppure Geppetto e tanto meno la Fatina sono ascoltati come persone fidate. Si può dire che Carlo Lorenzini, l’autore della fiaba, conoscesse molto profondamente l’indole umana propensa al continuo fallimento, completamente assente nel seguire l’intimo di se stessa.

… la trasformazione del burattino diventato un bambino umano, insegna la redenzione, la presa di coscienza d’essere un qualcosa oltre la legnosità ereditata dalla propria natura. Un ciocco scolpito assume le sembianze umane avvicinando una parte di sé che cerca ancora di capire e scoprire altro, perché la vita non ha come fine ultimo la semplicità della morte fisica, ma la ricerca non certo del burattinaio com’è indicata per mortificare l’anima immortale. La morte diventa il fallimento dello spirito se manchi quello che veramente sei … Pinocchio si trasforma, la conversione lo porta sul lungo cammino della scoperta di se stesso, riconosce i suoi errori, piange lacrime amare per non avere saputo rendere il bene a chi l’ha amato. Il burattino si trasforma in un asino, sprofonda nell'animalità, perde la dimensione umana, ebbene: quante volte siete caduti nelle sembianze di un asino? O vi siete consolati nella nobiltà della sua pazienza? Pinocchio uccide il Grillo Parlante, si priva autonomamente della sua coscienza. E’ sempre senza responsabilità, non ha nessuna abilità nel dare risposte sulla sua persona, è di legno e si comporta come un burattino, i suoi fili li tirano gli altri e si lascia docilmente accompagnare come una canna piegata dal vento … la fiaba rivisitata mostra un contenuto “poco adatto” per i bambini, sono chiari gli avvisi inseriti che soltanto l’adulto maturo, esperto, ha vissuto sulla pelle e capisce il messaggio che Carlo Lorenzini intende dare con la sua Fiaba alla gente del 1883. Cos’è cambiata nella natura umana da oltre un secolo? Niente, o peggio si è ulteriormente incancrenita nella pubblica ottusità?! E’ vero che l’uomo sa soltanto adattarsi per sopravvivere nei tempi, ma non si evolve neppure di un soffio? L’umanità è cristallizzata come un prodotto finito fin dalla sua comparsa sul pianeta, e Collodi “inventa” la metafora del burattino di legno, scolpito da Geppetto, bistrattato dal Gatto e la Volpe, accompagnato da Lucignolo, intollerante con il Grillo Parlante, ingrato con Mangiafuoco e con la Fata Turchina, con il messaggio della redenzione sulla scoperta dell’anima rinchiusa nella materia solida che trasforma Pinocchio in un bambino … lo spirito conquistato, l’entità dimenticata …

La domanda è: siete contenti d’essere Pinocchio?

Archivio personale n° 912. 16-3-2015

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