Non sarebbe male.....

...... in scala 1:16

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Marziali saluti

Io ho un Semovente 75 su scafo M13 in scala 1/16 dinamico motorizzato brushless. La realizzazione dei gruppi sospensione è stata davvero allucinante. Ho anche uno scafo semicompleto M15 con parte della torretta fatta poi il progetto è finito lì per passare ad altro. Quest'ultimo rimarrà come scenografia.

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... non sono un incazzoso per natura e ho dovuto imparare a fingere le incazzature dove servono (perché nella vita incontrare la deficienza comune diventa inevitabile) e le tue foto postate mi fanno ribollire "l'annuale ricorrenza vergognosa sulle Foibe" tacciate nell'indifferenza politica del dopo conflitto soprattutto scolasticamente dove l'eroe di turno garibaldino troneggiava sulla storia italiana e di parole sul sacrificio dai fanti sul Piave (Primo Conflitto) e in Africa (Secondo Conflitto) il riservato silenzio sepolcrale ha generato la completa assenza di amor di Patria e sul nazionalismo responsabile in cui ognuno di noi è chiamato a contribuire con i fatti e non con l'indifferenza lasciando nelle mani di speculatori ideologici la rovina completa di un'Italia diventata irriconoscibile ...

I nostri nonni e padri sono entrati nelle uniformi marcendo nelle trincee e senza ritornare dalle famiglie, altri solo pochi decenni dopo sulle sabbie arroventate africane il Mediterraneo non l'hanno più attraversato. I nostri carri armati, scatole di metallo povero, ridicoli giocattoli di guerra sui quali l'italiano andava fiero, ora monumenti da vedere i pochi rimasti, musei di conservazione scarni e tenuti male, interesse storico militare per lo più nelle mani di organizzazioni private, oggi chiedere a un quarant'enne che cosa è stata la guerra? Ti risponde che ha visto "Salvate il soldato Ryan Steven di Spielberg" o al più "La Grande Guerra di Monicelli" e chiederlo a un vent'enne ti guarda come un fossile.

... beh! La mia l'ho detta ...

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.... torniamo al sano VERO modellismo








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Quando fui assunto avevamo in sede un reparto strutture con dei battistrada bravissimi. Ho visto tendere una lamiera chiodata su 4 centine. ... tenderla come si fa con la pelle di un tamburo con pochi colpi di martello di gomma.

Questa è vera arte.

Io sono due giorni che sto lavorando nel costruire 2 parafanghi in metallo per il mio König e non è affatto semplice. Trimmare una lamiera non è come tagliare lo stilene.

Bellissimo lavori. Un peccato quasi da dipingere. ... come dicevamo qualche thread fa.

Sulle foibe sò pochissimo, come solo pochi giorni fa durante la mia degenza dall'influenza ho capito veramente cosa è stata l'impresa fiumana di D'Annunzio.

Sulle fosse ardeatine qualcosa in più sò ma quello è un fatto di casa nostra.

La storia (ed i libri) la scrivono i vincitori e spesso i perdenti non solo scordano facilmente ma pensano che certe cose non siano mai accadute. In visita a Monaco in Baviera chiesi indicazioni per Dacau (all'epoca non c'era Google maps)... nessuno sapeva cosa fosse o dove si trovasse. Nessuno del posto sia chiaro.
Alla fine lo trovammo e fu una delle esperienze più forti che abbia mai avuto. Da fotografo. ... neppure uno scatto riuscii a fare.

Ma questo è un altro discorso.

Le foto le ho fatte in un museo sconosciuto praticamente al centro di Roma (vicino alla basilica di S.Croce in Gerusalemme).

Oltre a qualche mezzo italiano c'è uno Sherman. Dal vivo il carro italiano é un giocattolo rispetto a quello statunitense.

Non ho mai avuto la fortuna di vedere dal vivo un Tigre.... ma da video in rete si vede come il Tiger sia un gigante rispetto allo sherman.

In quei deserti sabbiosi posso solo provare ad immaginare cosa i carristi tedeschi pensassero dei loro colleghi italiani.....

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Foibe.

La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano nemici del popolo? Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'Istria.

Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l'Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.

Nel febbraio del 1947 l'Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l'Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell'URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La vicinanza ideologica con Tito è, del resto, la ragione per cui il PCI non affronta il dramma, appena concluso, degli infoibati.

Ma non è solo il PCI a lasciar cadere l'argomento nel disinteresse. Come ricorda lo storico Giovanni Sabbatucci, la stessa classe dirigente democristiana considera i profughi dalmati cittadini di serie B? e non approfondisce la tragedia delle foibe. I neofascisti, d'altra parte, non si mostrano particolarmente propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani. Fra il 1943 e il 1945 quelle terre sono state sotto l'occupazione nazista, in pratica sono state annesse al Reich tedesco.

A partire dal 1948 più di trecentomila istriano-dalmati furono costretti ad abbandonare le loro case e la loro terra. Tito aveva deciso che ogni componente italiana di quelle terre dovesse diventare Jugoslava. Tristissimi furono i casi delle navi e dei treni degli esuli respinti come ad esempio a Bologna dai comunisti locali. La nuova Repubblica Italiana ed Alcide De Gasperi non resero mai noto al mondo questo orrore. Più di sessant’anni di silenzi e di bugie. Vergognoso il fatto che molti politici italiani non furono d’accordo a rendere ufficiale il Giorno del Ricordo. Adesso molti degli esuli vivono in tutta Italia e non hanno più potuto abbracciare la loro terra. Le menzogne e le crudeltà non potranno mai negare il fatto che in Istria, Fiume e Dalmazia anche le pietre parlano italiano.

Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta, perché, ricorda ancora Sabbatucci, è stata ignorata per molto tempo?

Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe.

Inizia oggi l'elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia?


.dal mio sito culturale.

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Avevo letto qualcosa del genere ma il quadro è più definito. Grazie.

Alla violenza del nazifascismo segui la violenza degli oppressi che a loro volta diventano oppressori.

Mia nonna materna (classe 1912) mi raccontava di come suo fratello perse il posto alle ferrovie per essersi incaponito a non farsi la tessera del fascio, di come non fosse possibile percorrere a piedi Via nomentana all'altezza di Villa Torlonia senza farsi una bevuta di olio di ricino e di come dopo la caduta del Duce a Roma non c'era più un fascista anche se una settimana prima Piazza Venezia fosse piena.

Siamo un popolo molto particolare.

Specialisti nel trasformismo.

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... lavorare il lamierino rende piacevole la scultura metallica



... ho usato alluminio da 1mm



....... battuto a freddo con un martelletto "tondo"



... dalle plastiche ai metalli ci passano voragini come differenze da affrontare, ma tutto si può fare solo volendolo e più la sfida è notevole maggiore diventa il premio ..

.i due carri italiani li segui anni fa perdendo le tracce dell'autore.

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Daffy Duck ha scritto:

Io ho un Semovente 75 su scafo M13 in scala 1/16 dinamico motorizzato brushless. La realizzazione dei gruppi sospensione è stata davvero allucinante. Ho anche uno scafo semicompleto M15 con parte della torretta fatta poi il progetto è finito lì per passare ad altro. Quest'ultimo rimarrà come scenografia.

... quindi i carri italiani nelle foto sono di tua proprietà?? Esemplari di notevole interesse e valore poiche nessun costruttore si occupa di soggetti italiani. Complimenti per la scelta nazionale e per la notevole impresa

Un encomio ufficiale e una sbattuta di tacchi regolamentare.



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