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 ... l'esibizionismo e la pubblica ottusità ...

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Sven Hassel

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MessaggioTitolo: ... l'esibizionismo e la pubblica ottusità ...   ... l'esibizionismo e la pubblica ottusità ... EmptyMer 5 Feb 2014 - 16:10

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In anticipo sui tempi, ho sempre espresso la mia opinione andando contro corrente rispetto al conservatorismo pubblico, che vuole vedere soprattutto l’immobilismo come una rotta da navigare in tutta sicurezza.
Personalmente e da osservatore accorto, riflettendo sui tempi andati quando si cavalcavano le onde dei successi raggiunti, dove come ora i più seri e intelligenti si sono ritirati dalle scene pubbliche, soddisfatti pienamente per quel che hanno dato al modellismo e ricevuto giustamente come riconoscimenti pubblici. L’estero insegna, dove l’italiota persiste … intendo dire, che la netta incapacità di rendersi conto dei tempi in cui viviamo porta l’egoico sciocco dov’è sfruttato senza sospettare minimamente che potrebbe chiedere e gli sarebbe concesso ogni privilegio.

Gli enti fieristici non si sono mai trovati senza affluenza di espositori (ditte e marchi internazionali) come negli ultimi anni, tentando di richiamare gli espositori cedendo spazi gratuiti o a condizioni vantaggiose, senza però cambiare una realtà agonizzante mascherata da eventi ridondanti. La verità è che le regioni non hanno fondi persi da assegnare come scialacquavano in passato e i bilanci delle direzioni fiere sono stati disastrosi finche come ultima risorsa, hanno mediato con i gruppi modellistici più avanzati e corretti offrendo qualche vantaggio negato in precedenza.

Adesso, chi partecipa con la sensazione di trovarsi al centro dell’attenzione pubblica, perde un altro treno in corsa, sia come espositore con il mercato in crollo completo (vedi Norimberga semi deserta) sia da visitatori con le tasche vuote e questi rinunciano persino al biglietto d’ingresso. Il treno lo perdono pure coloro che presenzieranno senza saper sfruttare (come rivincita personale) l’occasione di elevare una presenza che salva l’ente fieristico e dove la direzione dovrebbe riconoscere che in tale assenza (vedere gli ultimi tre anni di Novegro e l’ultimo di Verona ... Genova, Modena e Bologna non fanno testo) … con Ischia rinunciataria e Roma persa, il salvabile l’hanno portato degli appassionati che hanno sgobbato per impiantare scenografie spettacolari a proprie spese, con un minimo di contributo concesso dall’ente ospitante.

Questi signori, miopi, scaltri e del tutto impreparati a fronteggiare delle crisi come questa che  attraversiamo adesso, si potrebbero mettere a ragione soltanto spiegando le posizioni di coloro che intendono (aiutare) un ente fieristico nel momento difficile, portando trattative ben definite su che cosa l’ente fiera DEVE effettivamente concedere a chi si offre come “spettacolarizzazione” spostando ingenti capitali modellistici a rischio danno senza avanzare richieste più che lecite, come per esempio: trovare le aree in assegnazione preparate e pronte all’uso. Chi partecipano possono pretendere i rimborsi spese (carburanti e costi auto stradali) sono aumentati e diventa oneroso e per pochissimi togliere soldi dai bilanci familiari facendo un favore alle fiere. Non manco di sotto lineare l’osservazione su certe figure di spicco che remano a loro favore personale gratificandosi a spese d’altri, intendo i responsabili di gruppi associati disposti a presenziare soprattutto per mettersi in mostra come prime donne assolute al centro dell’attenzione pubblica. Uno spettacolo meschino dato da coloro che come capi gruppi dovrebbero riconoscere maggiormente la corte e non come re seduti sui troni. Un re da, ai suoi sudditi, com’è giusto che sia, il massimo riconoscimento e se c’è del profitto a disposizione lotta per condividerlo strappando consensi economici dalle direzioni in procinto d’agonia quanto hanno negato in passato.

Soltanto lo stupido si accontenta di poco quand’è il momento favorevole per ottenere di più. Da un lato c’è chi rinunciano per Verona e la direzione fa incetta di possibili presenze per riempire i buchi deserti, soltanto dei tontoloni si fanno sfuggire il momento chiave di stabilire una volta per tutte che gli appassionati non sono soltanto degli idioti accentratori, ma persone intelligenti che non sono disposti a fare beneficenze per riempire le fiere deficitarie italiane.

Evidentemente le lotte per conquistare le presenze modellistiche/scenografiche negli anni trascorsi, sono state completamente ignorate da chi per incapacità organizzativa ha soltanto manifestato invidia e malumori repressi, invece di comprendere l’importanze del momento in cui si è raccolto il massimo che ha  segnato un punto d’arrivo e non una strada da percorrere perché ormai aperta. Il giocatore d’anticipo non si ripete mai, si rinnova sconvolgendo il presente, mentre i giocatori d’attacco o peggio difesa, sono perdenti nati. Partecipare per ingrassare una vacca ormai scheletrita non si ricavano bistecche saporite senza rimetterci il condimento e per quale ragione, se non per un morto di fame, mettersi a sbavare sulle ossa?

Le fiere estere hanno limitato il numero di presenza nazionale concentrando e riducendo le occasioni su pochi punti d’incontro e nonostante l’accortezza di questo saggio provvedimento, i segnali anticipano un crollo pressoché totale sulle economie legate al tempo libero, leggi modellismo. L’italiota invece che fa? Da perfetto ultimo arrivato non solo finge i bei tempi andati, ma intende rinnovare un rituale scaduto per non perdere il posto alla finestra come esibizionista. Cretini che in passato hanno pensato che mi mettessi in mostra, intanto che spianavo l’ingresso in fiera consumando tempo e fatica per un collettivo d’imbranati approfittatori permalosi di trovarsi in seconda o terza fila e non in prima linea come attori principali, cos’hanno capito sulle trattative e sulle presenze fieristiche? Lo scrivo io: nulla!

Nulla, vi state chiedendo? Certo, non hanno capito un tubo se non concentrandosi nell’ennesima occasione di esibire se stessi come attori principali. Il difetto italiano è l’egocentrismo spudorato che gli inetti cercano per nascondere la pochezza evidente. Le coesioni estere che festeggiano i trentennali di sodalizio associativo sono cresciute attorno a palinsesti decisionali programmati con intelligenza e soprattutto condivisi da ogni singolo associato, senza le ridicole spaccature ego maniache disputate per scopo personale, che da noi hanno frammentato le fondamenta d’argilla di un colosso appena sognato. Coloro che hanno sbagliato i tempi e perso treni in corsa sono rimasti al palo, mentre, i sopravvissuti che immaginano d’essere le colonne portanti, annegano in un bicchiere d’acqua con una botte di vino a disposizione.

Probabilmente l'ultima.

Il Giornale di Sven ringrazia.
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